MARILINA MARCHICA. RITRATTO DI ARTISTA RILUTTANTE di Tano Siracusa

Ho conosciuto prima i suoi lavori e poi lei, l'autrice. La prima volta che ho chiesto a Marilina Marchica se voleva entrare nelle riprese che facevo sul gruppo di Artificio, di cui faceva parte, mi ha detto di no. Era l'estate del '13, quando Vallicaldi era un laboratorio aperto nel cuore del centro storico e lei ci stava dentro, con i suoi quadri, senza alcuna voglia di apparire.

Poi, a poco a poco, ho cominciato a riprenderla, a documentare in incontri successivi, a volte poco meno che casuali, le varie fasi di questo lavoro che il 5 gennaio è stato presentato presso la galleria di Nello Basile.


Ag/Impronta è un lavoro realizzato assieme all'artista di Favara Roberto Pecoraro, che matura nell'ambito della sua attività di restauratore nel centro storico di L'Aquila e che si pone sul confine fra intenzione e casualità, fra rilevazione mimetica delle superfici e proposta estetica: calchi che prelevano dalla realtà dei centri storici di L'Aquila e Agrigento frammenti  che sono forme, immaginari come quadri, come quadri incorniciati ma nel ferro, materiale reperibile fra le rovine, gli intonaci, i calcinacci delle vecchie case di L'Aquila e di Agrigento. Mediazione concettuale e bellezza, operazione critica e offerta allo sguardo, alla fruizione puramente estetica. Operazione intrinsecamente fotografica, che non inventa ma registra la forma, la bellezza, quando accade: per caso, per l'incuria degli uomini, per il semplice trascorrere del tempo.

Nel video Marilina ripercorre la sua avventura artistica dalle origini, dalla sua ricerca dell'essenzialità nelle pitture quasi monocromatiche, dove domina il bianco, poche linee orizzontali a suggerire paesaggi urbani, cieli altissimi, marine e mura, scorci di vie, più raramente una figura umana molto stilizzata, fino a questo suo lavoro assieme a Roberto Pecoraro che ne prosegue la ricerca con coerenza nello scambio delle superfici, dei materiali, della tecnica, nel loro ribaltamento dal segno pittorico alla realtà dei materiali, segno a sua volta, traccia del tempo sulle cose private del ‘prendersi cura' degli uomini,  dell'assenza non innocente degli uomini.