LE “RISONANZE IMPOLITICHE” DI EMANUELE ENRICO MARIANI PER LA “SETTIMANA DELLE CULTURE” A PALERMO di Giorgio Mineo

Venerdì 20 maggio, presso la viva libreria “Spazio Cultura” sita in Via Marchese di Villabianca a Palermo, è stata presentata nuovamente a Palermo la seconda opera di Emanuele Enrico Mariani, dal titolo “Risonanze impolitiche, Mimesis Edizioni 2012 ”. Insieme all’autore hanno dialogato la psicologa e psicoterapeuta Ivana Vitrano, la poetessa e pittrice Rosi Lesto, ed il medico e musicista Salvatore Nocera Bracco. Ospite d’onore della serata è stata la professoressa Elke Wachendorff, Presidente del Nietzsche-Forum di Monaco di Baviera. La presentazione è stata organizzata e moderata dall’editore e libraio Nicola Macaione.

L’autore, Emanuele Mariani, è nato a Palermo nel 1976.  Laureato in Filosofia presso l’Università degli studi di Palermo ha conseguito la specializzazione sul Counseling Filosofico a seguito di Master Biennale. Insegnante di scuola primaria svolge attualmente un Dottorato di ricerca in “Filosofia” presso le università di Palermo, Messina e Catania. Con “Risonanze Impolitiche” è giunto alla sua seconda pubblicazione dopo il saggio “Kierkegaard e Nietzsche. Il Cristo e l’anticristo, Mimesis (2010)”.

L’incontro si ascrive come settimo appuntamento della “Settimana delle Culture”. La  manifestazione ideata, promossa e organizzata dall’associazione “Settimana delle culture”, con la collaborazione del Comune di Palermo e della Regione siciliana e la partecipazione di numerosi partner pubblici e privati, è giunta alla sua quinta edizione. Come da consuetudine degli eventi organizzati presso la libreria “Spazio Cultura”, la giornata è stata caratterizzata dalla musica e dalla partecipazione; uno scambio di idee e pensieri che fluiscono nell’aria insieme alle note musicali fino ad entrare nell’anima, momento di incontro e relazione. 

E proprio queste due parole, “incontro e relazione”, segnano l’aura che emana l’opera di Emanuele Enrico Mariani. Tutto ruota attorno ad una domanda: «Si può approdare ad un tipo di società che non abbia in sé le patologie del potere, della sopraffazione e dell’emarginazione, una società trasparente del confronto non concorrenziale, del rispetto e dell’amore condivisibile da tutti coloro che ne fanno parte? ». 

Ma andiamo con ordine. A esordire sul tema è la poetessa e pittrice Rosi Lesto dichiarando: «non so nulla». Questa è forse la prima impressione che si può avere di fronte alle innumerevoli citazioni filosofiche presenti nel libro grazie ad una ricca bibliografia. Ma tutto ciò non è un difetto, un pericolo dal quale rifuggire, è invece un senso di meraviglia, di curiosità, un richiamarsi al sentire socratico; un’opportunità di confronto con se stessi e i grandi del passato, mano nella mano nel cammino della conoscenza. Non si smette mai di imparare, ancor più facile, aggiunge Rosi Lesto, se le pagine ci accompagnano con una scrittura luminosa, donando un tratto musicale al testo, quasi come se ci fosse una melodia di sottofondo. In tutto ciò la forza della politica è la forza della relazione e dell’incontro, le quali trovano il loro fondamento nella dimensione amorosa, citando i diari di Hannah Arendt: «L'amore è una potenza e non un sentimento. Si impadronisce dei cuori, ma non nasce dal cuore. L'amore è una potenza dell'universo, nella misura in cui l'universo è vivo» affermava difatti la Arendt ripresa da Mariani nel suo libro. L’amore è la potenza della vita e ne garantisce la continuazione contro la morte. Per questo «supera» la morte. Appena si è impossessato di un cuore, l'amore diventa una potenza ed eventualmente una forza. Questo è possibile soltanto se vi sono due persone, come anche nella sfera della buona politica. Ed in fondo è per questo che si parla di “impolitica”, allorché oggi un tale scenario di pace e confronto libero all’interno delle diverse comunità appare anacronistico. Per questo bisogna uscire dagli schemi, essere “impolitici”, riscoprire il senso delle cose e delle persone, la virtù, l’etica e la spiritualità. L’invito di Rosi Lesto è quello di non arrendersi all’immobilismo, ma combattere e causare una scossa, quella stessa scossa che nella storia fa cambiare gli uomini. 
 
In questo flusso letterario interviene poi la psicologa e mediatrice sistemica Ivana Vitrano, ideatrice del numero verde per assistenza psicologica anti-crisi nei confronti di imprenditori in difficoltà a Palermo. Lo stile narrativo e l’imponente bibliografia dell’opera regalano innumerevoli sensazioni, ma il tutto visto nella sua interezza è collegato da un filo di contenuti. Il filo della politica del vero sentire, della relazione, in cui indispensabile è la comunità ed il sogno. Quest’ultimo qui inteso nel senso junghiano e oltre Freud. Nella sua psicologia analitica Jung definisce il sogno come un’autorappresentazione spontanea della situazione attuale dell’inconscio espressa in forma simbolica. Ciò contrasta con la teoria di Freud in quanto non riconosce al sogno una valenza esclusiva di appagamento dei desideri. Per Jung il sogno è un elemento creativo che può aprire una strada. E così, come nella psicologia, anche nella politica bisognerebbe sempre tendere verso la strada del sogno; forse non lo si raggiungerà, ma senza non si potranno compiere i più grandi passi per lo sviluppo della società.

Il terzo intervento ha la targa della professoressa Elke Wachendorff  che, prendendo spunto dalle riflessioni precedenti, si è soffermata sul termine “impolitico” invitando a stabilire un nesso con le famose Considerazioni di un impolitico di Thomas Mann. Riprendendo alcune considerazioni dell’autore si è inoltre soffermata sui termini e le “regole” del consueto linguaggio della politica, confermandone la distanza dal piano delle relazioni concrete di individui e gruppi, nonché sull’istanza di una possibile “fine della metafisica” che emerge dal testo e che necessiterebbe, visto lo spessore del tema, di un approfondimento ulteriore. 

L’intero dibattito è stato piacevolmente intervallato dal contributo musicale e artistico di Salvatore Nocera Bracco, il quale ha intonato a suon di chitarra alcuni dei brani del suo nuovo album “Di un’amante sconosciuta”. Citando l’artista Nocera Bracco «dalla letteratura alla musica il passo non è così scontato», ma i legami ideali tra il testo del musicista e quello del filosofo Mariani fanno si che le canzoni risultino “impolitiche”. Un ritmo energico ed emozionante che non delude meno che mai nel suo contenuto, come nelle canzoni “Il potere” e “Bastardi”, denuncia del potere utilizzato come abuso e sopraffazione della comunità da parte dei pochi privilegiati e della figura del politico nostrano, il quale sovente non si adopera per la comunità ma la utilizza a suo uso e consumo cercando la persuasione interessata e non la condivisione di idee.

Tornando allo specifico del libro possiamo riassumere dicendo che per ciò che è oggi diventata la politica, è indispensabile riscoprire la virtù, l’etica, la spiritualità, ma tutto deve essere accompagnato dalla relazione. Da soli non siamo niente, cediamo alla competizione, alla sopraffazione; quale progresso può esserci nella disuguaglianza. C’è bisogno che le persone entrino in relazione creativa per formare una comunità e valorizzare le differenze, discutere ascoltando. Tutto ciò è vita ma è anche politica, perché in fondo esse si intrecciano e si modificano a vicenda perché scorrono insieme nel flusso del tempo. 

E’ una visione della sfera pubblica che si riallaccia al senso della democrazia degli antichi, della Polis, ma che oggi sembra un fantasma lontano, inghiottito dagli schemi arrivisti del presente, per questo “Risonanze impolitiche”.  Un percorso letterario e politico che riscopre il piacere dello stringersi in una comunità, in cui non si cerca il consenso al fine di usare e asservire l’altro alle proprie ambizioni. Si cerca invece il servizio per il bene comune, nella diversità di idee, culture e di genere, il patrimonio della diversità, la necessità del sogno per generare cambiamento. 

Come già detto, il tutto è accompagnato da un’intensa ricerca filosofica, innumerevoli citazioni e rimandi ai pensatori del passato. Ciò può spaventare alla prima impressione, ma se si avrà il coraggio di procedere si scoprirà come il tutto riesce a procedere in modo fluido, con ritmo quasi musicale, intraprendendo una relazione tra autore e lettore, flusso della vita e della politica.