MEDEX, LE OPERE DEL MUSEO ITINERANTE ESPOSTE NELLA CHIESA DEL PURGATORIO di Tano Siracusa

Continua l’intervento di Medex ad Agrigento. Sabato sera il loro museo itinerante ha esposto le opere nella chiesa del Purgatorio con la collaborazione di numerosi studenti del liceo. E’ stato creato un percorso, delle forme di interazione con i visitatori.
Del gruppo iniziale di Medex sono rimasti Sara e Daniele, che spiega nel video l’impostazione di una serata molto legata al loro intervento con i liceali, sottolineando l’atteggiamento collaborativo della preside Sermenghi e di alcuni professori e quello infastidito di altri docenti.

Anche al centro che accoglie i minori  profughi (esiliati dice Daniele) continua il lavoro dopo un paio di giorni di interruzione e qualche problema superato. Anche qui un atteggiamento collaborativo da parte dei responsabili del centro, attenti  peraltro durante  il   laboratorio di Medex con i minori al pieno rispetto delle leggi.
Il Comune ha fatto la sua parte. Beniamino Biondi ha seguito dall’inizio l’intervento di Medex, mettendo a disposizione alcuni spazi, partecipando a qualche incontro al Funduk, alla inaugurazione della mostra al liceo, sabato alla serata in chiesa.
Poteva fare, potrebbe fare di più il Comune? Forse si.
In fondo non succede spesso che una decina di volontari provenienti da altre città, italiane ed europee, vengano da noi per offrire le loro competenze e la loro creatività. Senza chiedere un euro a nessuno. E su temi come l’esclusione e l’esilio in una città di frontiera come la nostra.
Insomma, il contesto istituzionale e pubblico, Comune e Liceo Empedocle,  è stato nel complesso presente. Quello privato forse meno.
I centri di accoglienza   preferiscono di solito non avere osservatori esterni fra i piedi. Altre strutture e spazi privati che ospitano eventi culturalii non si sono fatti avanti. L’unico è stato fin dall’inizio il Funduk. La presenza degli operatori artistici e culturali della città  agli eventi di Medex  è stata finora abbastanza rarefatta.
Quello che Daniele e i suoi amici fanno può ovviamente non piacere, può apparire ad alcuni ingenuo o velleitario, politicamente scorretto, come può piacere e coinvolgere. Bisognerebbe comunque prima di alzare spalle e sopracciglia andare a vedere, ascoltare, conoscere, aprirsi.
Dopo quasi tre settimane di lavoro praticamente ininterrotto, fra difficoltà organizzative e di comunicazione, la loro visibilità sembra comunque cresciuta. Soprattutto fra i giovani. I ragazzi del liceo e quelli del centro accoglienza ricorderanno sicuramente a lungo queste settimane.
Adesso stanno preparando altro, un gesto simbolico, forse un’altra serata, un saluto. Vedremo.