A SCUOLA CON UN FUTURO MINISTRO

di Francesco Taglialavoro

[img:1 align=float_left title=none]Tocca a noi trentenni, quasi quarantenni, prenderci lo spazio che in tutto il mondo viene occupato da persone di questa età e che penso solo in Italia, qui e ora, rimane a sempiterna disposizione di classi dirigenti formatesi 40-50 anni prima. Già solo per questo, va salutato con soddisfazione la designazione di Angelino a Ministro della Repubblica. Ed anche la scelta di Giandomenico di proporsi per concorrere se il Pd di Agrigento scegliesse le primarie come sistema per far decidere direttamente ai propri elettori il candidato da votare alle prossime Elezioni Provinciali - l'avversario (dentro il PD) sarebbe Peppe Arnone che da 17 anni è in pista, nel '93 come candidato sindaco, quasi eletto di Agrigento.

ANCHE IO ME LO RICORDO... di Carmelo Sardo

E vorrei citare anche il segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Agrigento, Giovanni Di Benedetto in questa nota perchè insieme a lui ho condiviso tante iniziative in città, ultima, non meno importante Fuorivista.
Negli anni in cui alcuni dei miei coetanei guardavano Drive-in e si accostavano alla moda dei 'paninari' o le compagne di liceo scoprivano la mascolinità (inespressiva) di Rambo alias Silvester Stallone, cioè alla metà degli Anni 80, in una classe del Liceo scientifico il Ministro Alfano, ricordo come fosse oggi, era uno dei più bravi studenti, più attivi, capace di farsi eleggere, per diversi anni, rappresentante di istituto con il massimo dei voti.
 
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Lo ricordo interessato al giornalismo, ed alle vicende locali che si seguivano anche in classe con il professore di Italiano, commentando le notizie sui quotidiani nazionali.
Sportivo, come me, si giocava a pallacanestro con la Michelangelo di Anzalone e qualche sputo affettuoso da parte dei tifosi delle squadre avversarie lo abbiamo forse condiviso nelle trasferte nei campetti di periferia; qualche zuffa a Parco Angeli nelle partite di calcio contro i ragazzi di Cannatello, di certo.
E oltre questo, la gita del quinto anno a Parigi ed altre cose con gli amici Giovanni, Aldo (che se n'è andato) e tanti tanti altri.
Che dire di un'amicizia? Si condivide quello che si può ci si divide sul resto. La politica? Un affare quasi familiare. Si tramandano le idee di padre in figlio, se ci si crede. Angelino mi ricordo che alle 8:20 di una mattina di un inverno qualunque, cambiò irreparabilmente.
Aspettavamo accalcati che i bidelli aprissero i cancelli della scuola per passare dallo spazio alla fine della discesina del Provveditorato, dove transitavano le macchine, all'interno dell'istituto, che invece aveva una larga passeggiata, sotto pure gli spazi della palestra scoperta e due grandi edifici scolastici: il nostro era lo 'sperimentale' e l'altro il 'tradizionale'.
Ad un certo punto la voce di Angelino si irrobustisce ed è pronta per l'esclamazione rivolta a Giovanni, che gli stava dietro, e a quanti nel giro di 5/10 metri potessero udirlo: ''Attenzione che passa il più intelligente, il più fico dell'istituto, il 'mago' ''. Era diventato un personaggio e ne era pure divenuto cosciente: aveva necessità di comunicarlo. Un impulso interno. No, non era competizione: lui non aveva pari. Aveva un credo. Come quando mi disse che quando pensava agli U2, gli erano più cari perché erano cattolici e non perché pacifisti e di sinistra.
Da allora in avanti sarebbe stato un progredire verso mete sempre maggiori: consigliere provinciale, deputato regionale, nazionale, coordinatore, Ministro.
Sarebbe troppo lungo riferire i mille episodi, le infinite discussioni, le vicende di una vita in questo spazio. E le occasioni non ci hanno fatto più incontrare. Fa piacere che Angelino, Giovanni, mio compagno di banco, Rosario, poi Bocconiano ed infine esperto di finanza, oggi con nostalgie aragonesi confessate via mail, anche Daniele Cutaia, assessore di Marco, le classi 69/70 di Agrigento sono attive e partecipi se non artefici del futuro di questo stivale, visto da alcuni come un lussuoso calzare da altri come una scarpa rotta. Ripariamola in un caso, incamminiamoci nell'altro, abbiamo molta strada davanti a noi.

 

 

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