Submitted by redazione on Mon, 17/07/2023 - 19:51
A Mario Perniola, scomparso da qualche anno, si devono diverse opere importanti con cui il filosofo, docente di Estetica prima a Salerno e successivamente a Roma Tor Vergata, ha dato un contributo notevole alla riflessione filosofica degli ultimi decenni.
A lui si deve fra l’altro un saggio pubblicato nel 2001, Del sentire cattolico. La forma culturale di una religione universale. Di straordinario interesse, in quanto strumento per la decifrazione delle dinamiche della religiosità popolare, è il capitolo relativo al Sentire rituale.
Chi ha affrontato questi argomenti con taglio scientifico, mi ricorda il severo ammonimento di etnologi, antropologi, etc., di non limitarsi agli aspetti descrittivi dei fenomeni osservati, ma di indagare costantemente ciò che questi sottendono; o ciò a cui alludono, ricorrendo alle più svariate forme simboliche.
Submitted by redazione on Sun, 14/05/2023 - 07:32
Recentemente, nella sala Fazello del Museo Archeologico di Agrigento, nell'ambito delle attività dell'AUSER Pepi Burgio ha intrattenuto un attento pubblico sul tema dell'eclissi della tradizione. Burgio ha esordito confessando di non avere certezze, di non avere neanche un’idea precisa. Vorrebbe solo fare riflettere, offrire qualche elemento, qualche strumento di comprensione.
Timido, sobrio, limpido, cita, anzitutto, Il pensiero storico, la rivista nata nel 2016 per incoraggiare lo studio e la ricerca delle idee, delle ragioni che hanno prodotto i fenomeni storici. Giacché, come ricordava Aristotele, «la causa della difficoltà della ricerca della verità non sta nelle cose ma in noi». Come gli occhi delle nottole di fronte alla luce del giorno, così la nostra intelligenza si comporta nei confronti delle cose più evidenti. Non vogliamo vederle. Ci rifiutiamo di riconoscerle. Al contrario di Bartleby, imprigionati nella caverna di Platone, diciamo di sì alle immagini che ci scorrono davanti senza nemmeno pensarci.
Submitted by redazione on Wed, 11/01/2023 - 19:06
"Quando diciamo bello, che cosa intendiamo se non ciò che è intenso, ciò che è profondo? Un’opera è la manifestazione della verità soggettiva di un artista. Guardando ogni centimetro del tuo disegno, io devo capire che c’è la tua mano, che è un disegno che solo tu potevi fare a questo modo". Sono queste le parole che Aldo Braibanti, scrittore, sceneggiatore, mirmecologo, dice a Ettore Tagliaferri all’inizio di quella che sarà la loro travolgente storia d’amore. Qualche tempo dopo, nel corso del processo che Aldo Braibanti subirà per plagio (l’accusa sarà quella di avere ridotto il giovane Tagliaferri in stato di totale soggezione), interrogato dal giudice, quest’ultimo dichiarerà: «Aldo è stata la persona più importante della mia vita. Quando mi parlava di letteratura, di filosofia, di arte, io mi sentivo sollevato rispetto alla mediocrità che avevo intorno. Imparavo cose che nessuno mi aveva mai insegnato, tantomeno mia madre o mio padre». È questa, io credo, una delle più significative lezioni che provengono da 'Il signore delle formiche', l’ultimo film di Gianni Amelio. Esso, insomma, non è soltanto la pellicola che mette a nudo l’ipocrisia e il perbenismo dell’Italia degli anni ‘60 (in cui si finiva per resuscitare un’ipotesi di reato mai applicata -e poi dichiarata incostituzionale- per colpire l’amore omosessuale tra un intellettuale e un giovane della buona borghesia bolognese). Né è soltanto un film sul becero conformismo della stessa stampa nazionale contro il quale si batterà Ennio Scribani, un cronista che, sfuggendo al richiamo della direzione de L’Unità, scriverà articoli sulla scandalosa violenza di Stato che si compiva nei confronti di un compagno ed ex partigiano.
Submitted by redazione on Fri, 06/01/2023 - 13:38
Due cardinali, entrambi di alto sentire, offrono, con generosa larghezza, nutrimento critico a questi nostri tempi fertili di parvenze, aridi di sostanza. Il livello delle loro riflessioni appare profondo in assoluto, vertiginoso se comparato al birignao dei chierici del nostro paese; i quali, suffragando il vaticinio di Giulio Meotti, raro esempio di scrittore incline a trattenersi presso le domande radicali, battuti in buona parte i sentieri dell’autodeterminazione, fatalmente scivolano verso l’autodistruzione.
Pochi giorni fa, a lungo intervistato per il Corriere della sera da un Walter Veltroni particolarmente compreso, il cardinale Gianfranco Ravasi ha proposto al suo interlocutore alcuni spunti per una riflessione che soltanto la pigrizia delle nostre coscienze potrebbe indurci a trascurare.
Submitted by redazione on Sat, 31/12/2022 - 16:06
Riprendo tra le mani un libro prezioso, così come preziosi sono tutti quei libri che incidono qualcosa nella nostra anima che ondeggia. È un’intervista dello scrittore Peter Seewald a Joseph Ratzinger dal titolo Ultime conversazioni. Nei prossimi giorni si dirà del suo magistero; qui un ricordo, soltanto quello, di un sorriso smorzato dal pudore, di un pensiero profondo e scandaloso, di un insopprimibile amore per la totalità che per un attimo può sporgere dai tasti pigiati con sapienza di un pianoforte.
Submitted by redazione on Fri, 08/07/2022 - 10:25
La campagna di scavi e ricerche al teatro di Agrigento, iniziata il 23 maggio 2022, è durata un mese e mezzo e ha coinvolto principalmente studenti dell’Ateneo di Catania e del Politecnico di Bari. Sono intervenuti in almeno 100, tra iscritti alla laurea tirannale, magistrale, scuola di specializzazione e dottorato, oltre che studenti provenienti da altre università italiane e straniere.
Gli obiettivi hanno portato a potenziare le conoscenze sulle fasi arcaiche dell’area del teatro, che si trovano nei livelli immediatamente ad ovest dell’edificio, nonché sulle fasi tardoantiche che invece erano già ben documentate dalle scorse ricerche nell’area superiore del complesso.
Questi dati hanno arricchito il quadro documentario sulle fasi storico-architettoniche dell’area centrale della città antica permettendo di formulare ulteriori precisazioni.
Submitted by redazione on Tue, 17/05/2022 - 19:51
Dirò più avanti cosa mi ha indotto a rileggere la ristampa anastatica, molto ben curata nel 1993 dalla Provincia Regionale di Agrigento, di una indagine commissionata a Vittorio Savorini nel 1880 dall’allora Prefetto di Girgenti senatore Giorgio Tamajo, sulle “Condizioni economiche e morali dei lavoratori nelle miniere di zolfo e degli agricoltori della provincia di Girgenti”. Savorini era un autorevole intellettuale, abruzzese d’adozione e romagnolo di nascita, di formazione laica e positivista, preside dell’Istituto Tecnico di Teramo e fondatore della “Rivista abruzzese di scienze, lettere ed arti”. Nella seconda metà degli anni settanta del diciannovesimo secolo era stato insegnante di Storia e Geografia all’Istituto Tecnico di Girgenti provenendo dalla Scuola Normale di Bologna.
Submitted by redazione on Mon, 09/05/2022 - 09:55
Fedeli alla metafora hegeliana della nottola di Minerva, per cui la qualità intellettuale degli uomini si esplica in una riflessione che interviene soltanto quando un processo si è già compiuto, e in accordo a quanti sostengono che sulla guerra in corso è possibile l'incrinarsi di consolidati rapporti, riferiamo del ragionamento svolto un secolo fa da Sigmund Freud sul tema della guerra.
Perché la guerra? è il titolo dato al carteggio Einstein-Freud del 1932, contenente anche un breve scritto di Freud del 1915, Caducità, in cui con ispirata finezza letteraria il medico viennese coglie nella caducità del bello non un suo svilimento, quanto piuttosto quella "limitazione della possibilità di godimento che ne aumenta la preziosità"; e infine un importante saggio del 1915, Considerazioni attuali sulla guerra e la morte, del quale diremo successivamente.
Submitted by redazione on Thu, 07/04/2022 - 19:12
La strada di Bucha dove poveri corpi per sempre assopiti impongono pietose traiettorie, Lev non potrà dimenticarla. Dentro gli strugge qualcosa, come un tremore che ignora la quiete, turba le viscere, piega le palpebre e flette le labbra. Gli allegri ricordi prima trattenuti rivelano l'orgoglio per la sua brigata, la 64ª di artiglieria motorizzata giunta fin lì da Chabarovsk che è quasi Cina; e il contagioso sorriso dei compagni con l'entusiasmo dei ventenni siberiani, resi immortali da un magnifico scatto che in nulla sa di morte.
Submitted by redazione on Thu, 10/02/2022 - 17:34
Leggo voracemente, quasi con piacere famelico Altre concupiscenze, il libro appena pubblicato da Adelphi, prosecuzione di Concupiscenza libraria, con il quale vengono riproposte alcune recensioni letterarie di Giorgio Manganelli concepite nell’arco del trentennio ’60-’80 per i giornali e le riviste che ne hanno ospitato la smisurata genialità. Manganelli, più che Arbasino più che Landolfi è uno di quegli autori la cui scrittura funambolica dovrebbe indurre a desistere da ogni disinvoltura nella comunicazione scritta, ammenoché non rivesta carattere di assoluta impellenza. Ma si sa, la vanità degli uomini si avvale di fondamenti ineluttabili.
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