I PROVENTI DEL PARCO ALLA CITTA' di Fausto D'Alessandro*

Care amiche e cari amici, vi ringrazio per esser venuti alla presentazione delle candidature di Diego Granata e di Sara Gallo nella lista “Rinasce Agrigento” collegata al candidato Sindaco Lillo Firetto. La lista “Rinasce Agrigento” ha il pregio di esser una lista civica e ad un tempo la espressione dell’area liberal democratica e riformista dello schieramento politico nazionale. La lista è particolarmente rappresentata e può ambire a costituire il 15% circa del Consiglio comunale. Io sono qui in una duplice veste: appartengo, idealmente, all’area politica di cui vi ho fatto cenno e ho una paternità spirituale di Diego essendo suo padrino di Battesimo in ragione di una amicizia fraterna con suo padre Luigi, con il quale ho avuto un lungo e fruttuoso sodalizio politico fin dal 1958, anno di importanti elezioni universitarie. 

Io, nonostante la presumibile saggezza dell’età, ho una illusione tenace.

Quella che il consiglio comunale di Agrigento ritorni ad essere come il consiglio comunale del decennio 1960 / 1970 che fu prioritariamente una assemblea politica nel senso originario del termine. 

Che significa politico? Significa che si fece carico di tutte le esigenze sociali della città.

Non un organo soltanto amministrativo che produce delibere per il funzionamento dei servizi municipali, ma una assemblea politica che elabora lo sviluppo civile, economico e culturale della città. 

Questa interpretazione del ruolo politico del consiglio comunale oggi è ancor più necessaria in ragione del fatto che i partiti politici sono tanto cambiati da non esercitare più alcun ruolo sul territorio.

Partiti e parlamentari esistono soltanto in funzione della politica nazionale e i territori sono lande in progressiva desertificazione umana, civile ed economica. 

Da qui l’illusione: Il consiglio comunale assemblea e laboratorio politico primario e vicario.

I problemi della città sono tanti e gravi e ciascuno di voi ne ha nozione e consapevolezza.

Non voglio discuterli stasera.

Ma colgo l’occasione della presenza tra noi del carissimo amico Giandomenico Vivacqua - prossimo Assessore alla cultura - per citarne uno, tra i più importanti: la gestione politica del Parco della Valle dei templi.

Noi, la Valle dei Templi, l’abbiamo difesa senza sosta.

Nella relazione ministeriale Martuscelli dell’anno 1977 che indagò a fondo sull’abusivismo e sulla difesa della Valle troverete soltanto tre nomi: Fausto D’Alessandro, Luigi Granata e Angelo Bonfiglio. 

La Valle dei Templi è la grande risorsa economica della città. Può dare finanza e sviluppo. 

Vogliamo che tutto il provento economico e finanziario della Valle venga utilizzato per i bisogni della città a cominciare dell’arredo urbano.

Negli anni 80 presentai in consiglio un progetto che prevedeva radicali cambiamenti della struttura urbana: Una città abbellita e funzionale al servizio della Valle e ritenni, dimostrandolo, che a finanziare le modifiche urbane fossero i proventi della Valle.

I tempi non erano maturi ed il progetto rimase inascoltato.

Il prossimo consiglio potrà farsene carico. 

Ma il consiglio non è un guscio vuoto; bisogna riempirlo di persone che abbiano essenza e vitalità politica, intelligenza e preparazione amministrativa e gestionale, osservanza della morale democratica. Grazie, un applauso ed un augurio ai candidati e buona serata a ciascuno di voi.

*Sintesi del discorso introduttivo ad una assemblea elettorale svolto il 25 settembre ad Agrigento

 

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