IL VIAGGIO METAFORA DELLA VITA di Serena Lo Giudice

Un’esperienza completa all’insegna della cultura, del divertimento e dell’accrescimento spirituale.

[img:1 align=float_right title=bottom] La vita quotidiana riserva delle novità che accrescono la maturità di ognuno. Un’esperienza completa, che riesce a segnare la propria personalità per sempre è sicuramente il viaggio.
Il viaggio coincide con la vita” afferma Todorov ne “Le morali della storia”, infatti lo spostamento spazio-temporale del viaggio sembra coincidere con la nascita, durante la quale il bambino, passando dalla pancia della mamma al mondo, cambia il proprio habitat e migliora la propria esperienza. I viaggi racchiudono divertimento, cultura, cambiamenti interiori,scoperte. Marco Polo ne “Il Milione” racconta del suo viaggio in Cina con il padre e lo zio, durante il quale accrebbe le sue conoscenze sulla cultura orientale, vivendo alla corte di Gengis Kan; Cristoforo Colombo, Sebastiano Caboto e James Cook, grazie alle loro navigazioni, hanno rivoluzionato la visione del mondo, scoprendo, pur inconsapevolmente, nuovi territori; Alessandro Manzoni a Parigi ha accresciuto le sue conoscenze culturali e religiose, aderendo al romanticismo e al giansenismo.
Tra le mille facce, per Saramago, il viaggio cela anche la felicità soprattutto per chi ha vocazione e sente il bisogno di conoscere. “Si dovrebbe istituire la professione di viaggiatore”, afferma ironicamente il Premio Nobel. Sarebbe un lavoro di grande responsabilità viste le ripercussioni che il viaggio provoca nell’animo di ciascuno, al di là del divertimento.
Prima del XVIII secolo, i viaggi venivano affrontati soltanto a scopi commerciali perché i mezzi di trasporto erano troppo scomodi e lenti. Nell’Ottocento viaggiatori furono anche gli intellettuali che vollero visitare terre straniere per accrescere la loro cultura, per conoscere tradizioni diverse dalle proprie. La tappa prediletta fu l’Italia, che tutt’oggi può vantare l’arrivo di autori come Goethe, Byron, Standhal e Montesquieu. Addirittura Standhal, nell’ammirare la Cattedrale di Santa Croce a Firenze, ebbe sintomi quali vertigini, nausea e vomito, causati dalla forte emozione che gli trasmise il monumento!
Oggi, invece, i turisti sono frenetici ed impazienti, come nota Todorov ne “L’esotico”. I viaggi sono diventati troppo brevi, di conseguenza i turisti concentrano il loro tempo nel visitare i monumenti e i luoghi caratteristici, non nell’istaurare rapporti con le popolazioni autoctone. Ma quest’aspetto potrebbe essere considerato positivo poiché “l’assenza di incontri non mette mai in discussione la nostra identità”. È come se il visitatore avesse paura di confrontare la propria cultura con le altre.
Il turista moderno spesso non riesce a cogliere l’essenza dei luoghi che visita. Non esistono più viaggiatori assetati di conoscenza come Ulisse, che non solo nell’epopea omerica ma anche nella Divina Commedia dà prova di coraggio estremo, quando giunto allo Stretto di Gibilterra delimitato dalle due colonne d’Ercole che indicavano la fine del mondo, spinge i suoi compagni ad oltrepassarle affermando:”Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza.”.
I turisti di oggi preferiscono piuttosto, dopo i loro viaggi, tornare alla vita di ogni giorno senza modificare il proprio comportamento ed è estremamente difficile trovare un viaggiatore spirituale che, come Dante Alighieri, dopo avere sperimentato l’unione con Dio, vuole raccontare la propria esperienza affinché possa giovare ai propri contemporanei ed anche ai posteri.
Senz’altro il viaggio è un’esperienza totalmente importante e formativa che ha bisogno di tempo e serenità per essere assaporata davvero. “La conoscenza dei costumi umani -diceva Chateaubriant- richiede tempo”.
 
Serena Lo Giudice
classe VA Sperimentale Linguistico- Liceo Scientifico “Leonardo”
Agrigento
 
Serena è nata a Palermo diciotto anni fa e oggi vive ad Agrigento. Ama leggere e soprattutto scrivere. Dopo il liceo vorrebbe frequentare la facoltà di giornalismo a Palermo.

 

categorie: