L'AZZURRO DI LAMPEDUSA di Francesco Taglialavoro

Eduardo Cicala, musicista ma anche documentarista. Ci siamo incontrati, questa estate ad Agrigento. Entrambi a Lampedusa siamo stati rapiti dal suo azzurro, quello del mare, e quello del pesce. Azzurro: colore e concetto che racchiude un'intera gamma di senso: Italiano, 'berlusconiano'; oppure: azzurro come il cielo, come gli occhi, come le maioliche portoghesi di 'Lisbon Story' musicato dai Madredeus.
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O azzurro come il pesce povero, dal forte odore, nutriente e diffuso nei nostri mari, anche se, continuando con gli attuali ritmi della pesca, forse destinato a sparire. Eduardo Cicala ha il dono della serietà: l'ho conosciuto a Lampedusa, e lì mi ha parlato del suo lavoro, della sua passione per la ricchezza delle tradizioni siciliane; quelle culturali, musicali, etniche, culinarie. La storia e la memoria della Sicilia sono quelle che lo attraggono maggiormente. Con questa spinta si muove, con la sua attrezzatura, per scattare fotografie, intervistare persone, lavoratori, pescatori, artigiani per ogni angolo della Sicilia.
Dopo Lampedusa, mi disse, si sarebbe trasferito in provincia di Ragusa per fotografare una cooperativa di pescatori, e poi a Sciacca, per la pesca del pesce azzurro ''più buono''.
Tutto questo patrimonio di memoria verrà trasferito e conservato, da Cicala, in un prossimo libro, mentre ha già dato alle stampe un altro volume, altrettanto prezioso, sul pane di Sicilia: la sua lavorazione, la storia, la tipicità, l'arte legata al pane.
Un tocco raffinato in quel volume, sono, oltre alle fotografie dell'autore, le illustrazioni di copertina realizzate da Giambecchina. Il libro di cui parlo è ''Pane di Sicilia. Riti e sacralità del pane nella civiltà contadina'', Paruzzo editore, 2010.

 

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