PENNICA E TERRAVECCHIA di Tano Siracusa

Dopo una prima fase deludente della campagna elettorale, durante la quale i candidati si sono impegnati soprattutto a delegittimarsi reciprocamente, il ballottaggio fra Pennica e Zambuto potrebbe essere l’occasione per ragionare su cosa fare. E’ vero che in campagna elettorale si è parlato come mai era successo prima di centro storico, ma lo si è fatto in modo sommario e perfino reticente. Più esplicito Zambuto, che indica il progetto Terravecchia – la costruzione dei 39 nuovi alloggi – quale primo esempio di come la sua Amministrazione, dopo aver risanato le finanze, intenderebbe utilizzare le risorse disponibili.
Pennica sembra non essere d’accordo, ma non si ricorda un suo intervento televisivo dove abbia affrontato in maniera organica l’argomento.
Il progetto Terravecchia non è importante soltanto per la sua consistenza, ma anche perché esemplifica un modello di intervento in centro storico che non a caso dovrebbe ripetersi nel vasto agglomerato abitativo che da via Atenea si estende fino a piazza Ravanusella. Anche lì ci sono stati dei crolli e anche lì è prevista la costruzione di nuovi alloggi. Il modello infatti è questo: si aspetta che crollino le case in tufo per costruire al loro posto nuove case in cemento armato. E’ evidente che questo modello, seguendo il processo di abbandono e degrado del nostro centro storico, porterebbe in pochi decenni alla scomparsa di qualunque traccia della città medievale. Intervenendo così la vecchia città in tufo semplicemente scomparirebbe.
Io ed altri agrigentini pensiamo invece ad un centro storico dove le risorse disponibili vengono utilizzate per recuperare e valorizzare l’esistente, prevenendo i crolli e destinando i vuoti provocati da quelli già avvenuti come spazi attrezzati per attività sociali e culturali, come occasioni di arredo urbano. Pensiamo a un centro storico progressivamente pedonalizzato e ripavimentato, dove si insediano le facoltà universitarie e gli studenti, mentre i palazzi storici, le chiese, gli spazi pubblici – affidati finalmente alle migliori competenze – vengono attrezzati per ospitare eventi culturali, per qualificare l’offerta di tempo libero ai residenti e ai turisti. Pensiamo al nostro centro storico avendo come riferimento esperienze avviate con successo nella maggior parte dei centri medievali nel centro-nord del paese, ma anche in Sicilia, da Erice a Ortigia.
E’ evidente che questa idea di centro storico è alternativa a quella implicita nel progetto Terravecchia proposto da Zambuto. Proprio perciò è importante che su questo punto il suo avversario sia molto esplicito.
Molti agrigentini, molti elettori di sinistra sono indecisi se andare   a votare al ballottaggio oppure no, avvertendo come troppo respingenti i contesti politici che inquadrano i due candidati. Tuttavia avrebbero forse qualche ragione in più per farlo se Pennica   utilizzasse   i suoi interventi televisivi per chiarire se e come intende intervenire nel centro storico.
 C’è il programma scritto, d’accordo. Ma sul programma di Pennica non si fa cenno al progetto Terravecchia, e inoltre non si può pretendere che tutti gli elettori   abbiano letto il programma o abbiano voglia di farlo. Spesso gli elettori pensano che i programmi siano chiacchiere da piazzisti. Magari si sbagliano, ma è un’opinione diffusa.
 Cosa vuol fare dunque Pennica del nostro centro storico? Per la Cattedrale che rischia di crollare, per un piano di mobilità alternativa, per orientare verso il centro storico l’insediamento dell’università? E soprattutto: cosa pensa Pennica del progetto Terravecchia?