VIRTU' E SPIRTIZZA di Tano Siracusa

Il tema è la monnezza per strada, questo problematico inizio di raccolta differenziata dei rifiuti, e certi discorsi fatti con Francesco R..
Da qualche tempo Francesco chiede agli amici che ritiene abbiano letto il Principe di Machiavelli di tradurre in siciliano la parola ‘virtù’. Nove su dieci rispondono ‘spirtizza’.
In realtà si tratta di una traduzione che non esprime adeguatamente il concetto del segretario fiorentino: per quanto ‘lione e volpe’ nella scelta dei mezzi, il Principe ha infatti come fine l’interesse generale, la conquista e la conservazione dello Stato.
La ‘spirtizza’ invece utilizza la spregiudicatezza dei mezzi per finalità individuali o comunque particolari, riconducibili ad una cerchia di relazioni personali, familiari o di amici.

Lo Stato, la legge, la loro astrattezza e impersonalità, appaiono nell’orizzonte della ‘spirtizza’ come la negazione del suo stesso fondamento: la legittimità del perseguimento e il primato indiscusso dell’interesse particolare.
Francesco vagheggia utopie pedagogiche. Ritiene che si dovrebbero tradurre in siciliano le parole della nostra lingua nazionale che articolano l’orizzonte della civiltà moderna, delle sue conquiste culturali. Solo così i siciliani e i meridionali, dice lui, potranno raggiungere e abitare il mondo della modernità.
Come se fossero le parole, rispondo, a costruire gli oggetti, anche quelli astratti, i concetti. E non, viceversa, a presupporli: la parola gatto sarebbe un puro suono se il gatto non fosse lì a godersi la sua misteriosa esistenza. E così il concetto di virtù - quella cristiana prima di quella laica - non trova parole adeguate in un orizzonte culturale diverso, che svalorizza i comportamenti ispirati all’interesse comune.
Lui pensa che sia stata tutta colpa dei piemontesi nel ’60, dell’imbroglio risorgimentale. Colpa loro se ancora oggi i siciliani sono ai margini della modernità. Io sostengo che, se 'colpe' ci sono, sono soprattutto nostre.
Discussioni da antichi greci sfaccendati, quelle fra me e Francesco, fino a quando non ha avuto inizio la raccolta differenziata.
E l’abusivismo? gli chiedo. E la monnezza sparsa per le strade? Pure questi colpa del colonialismo sabaudo?
Perché la monnezza abusiva si ammucchia anche sotto casa sua e in questo caso la ‘spirtizza’ altrui alimenta un risentimento fra i ‘virtuosi’ che si libera sui social nell’insulto e che mette a dura prova anche il sicilianismo più ostinato.
Una volta si vedevano sorgere colline di cemento davanti alle abitazioni del centro storico, oggi in centro storico e nelle periferie, cioè ovunque, sorgono collinette di monnezza: è questo il panorama della 'spirtizza', il suo orizzonte. Forse un merito involontario della raccolta indifferenziata è averlo reso oscenamente visibile, mentre si leggono rappresentazioni surreali su Agrigento capitale della cultura. Francesco finalmente tace.