FRAMMENTI DI UN DISCORSO SULLA PIETA’ di Vittorio Alessandro

A Sanremo forse andranno i trattori, certamente non i carcerati in questo che si preannuncia come l'anno record dei suicidi in cella, compresi quelli nei cosiddetti centri di permanenza per i rimpatri.

L'altro giorno si è impiccato Ousmane Sylla, ventunenne guineano che, prima di uccidersi, ha scritto sul muro col mozzicone di sigaretta: "Vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa, mia madre ne sarebbe lieta. Mi manca molto la mia Africa e anche mia madre. Non c’è bisogno di piangere su di me, la pace sia con la mia anima e che io possa riposare in pace".

Ousmane voleva tornare al suo paese per accudire i suoi fratelli più piccoli, ma il "centro di rimpatrio" lo avrebbe trattenuto a lungo, anche diciotto mesi a norma del decreto Cutro.

E di Cutro si torna a parlare. Dopo un anno, Frontex ha precisato che, nella notte del naufragio, due rappresentanti italiani svolgevano la funzione di collegamento con la Guardia Costiera e che “nessuno dei due ha comunicato al team leader della Sala di monitoraggio europea che il caso era di particolare interesse”: la rivelazione è però caduta nella totale indifferenza.

Ieri, poi, è stato condannato a 20 anni e al pagamento di 3 milioni di multa Gun Ufuk, fuggito dalla Turchia in cui era stato arrestato per motivi politici e che aveva trovato imbarco come meccanico sul caicco dove morirono 94 migranti.

A Sanremo non andranno i carcerati, ma nel 1999 si presentò Daniele Silvestri con "Aria", brano potente per la musica e i versi: "Dopo trent'anni carcerato all'Asinara, che vuoi che siano poche ore in una bara, per vivere a me non serve niente, solo aria, soltanto aria... non è questo il trucco? inspirare, espirare, inspirare, espirare: questo posso fare...".

Vinse Anna Oxa con "Senza pietà", e qualcosa ciò vorrà pur significare.