CE NE RICORDEREMO DI GIUSEPPE di Giovanni di Girgenti

L'abbiamo visto nelle immagini di un video che ha fatto il giro dei principali siti nazionali: non è necessario condividere le forme e i contenuti del suo gesto per dire che Giuseppe Gatì ha mostrato un'ammirevole dignità e coraggio nell'interrompere Sgarbi proprio mentre cominciava ad usare un linguaggio sboccato davanti ad una platea adorante convenuta nella biblioteca 'Franco La Rocca' di Agrigento per la presentazione del suo ultimo libro. Accanto e attorno a Sgarbi il potere cittadino: sindaco, presidente della provincia e una parte di quel ceto borghese professionale che vede in Sgarbi un tribuno dell'anticonformismo, sempre schierato con chi comanda, e un maestro della (in)civiltà del vituperio.  Giuseppe ha ricordato ai presenti alcuni episodi della vita di Sgarbi, il suo essere un pregiudicato e le sue sistematiche campagne contro Caselli e il pool della procura di Palermo.
Uno scandalo inaudito, ed era invece il punto di partenza ovvio di ogni giudizio nei confronti del sindaco di Salemi. Lo hanno strattonato, spintonato, minacciato e lui fermo nella sua dignitosissima denuncia. Sgarbi in un primo momento sembra non capire, poi stampa sul suo volto cereo un sorriso di commiserazione ed infine vira verso i suoi più congeniali furori quando realizza che il tutto era ripreso da una videocamera.
Rimasi colpito dal gesto di Giuseppe: in una città spesso cinica e sussiegosa, accidiosa e corriva irrompeva la fresca indisponibilità di stare nel mucchio e la forza di urlare verità nascoste. Da parte di un giovane sconosciuto.
Mi misi in contatto con lui via email,  volevo conoscerlo meglio e offrirgli lo strumento del sito per dare spazio alle sue opinioni: “Caro Giuseppe, non mi hai detto l'impressione che hai ricavato leggendo suddovest. Spero ti abbia incuriosito se non proprio ancora interessato. Potresti, se ti va, raccontare, per il sito, come è nata l'idea della tua contestazione a Sgarbi e le reazioni delle persone che stavano lì. Ho visto il tuo blog, lo seguirò.....5 gennaio ore 21.08”.
Mi rispose immediatamente, mostrandosi curioso di suddovest e impegnandosi a scrivere qualcosa: ''Incuriosito si, anche se ancora non ho capito di cosa tratta, cioe' se tratta qualcosa in particolare...sono ben disposto a scrivere qualcosa sull'accaduto o sul futuro... io voglio vivere in Sicilia, ma non in queste condizioni, sono fiducioso, credo che un giorno le cose possano cambiare... ed io lottero' affinche' sia cosi... 5 gennaio ore 23.59.''
Non ha fatto in tempo. Una morte assurda lo ha allontanato da noi per sempre. Penso che la sua lezione di coraggio darà molti frutti. Ce ne ricorderemo a lungo di Giuseppe.
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