IL VOTO DI CATANIA di Giovanni Di Girgenti

Lo ha scritto Giuseppe Sottile sul Foglio: a Catania Berlusconi si illude di aver vinto, in realtà si consegna a forze locali che si impadroniranno della Casa delle Libertà. Detto in altri termini, e con una prospettiva più generale, il voto di Catania sancisce la sconfitta definitiva del berlusconismo ossia della pretesa di cambiare l’Italia in direzione liberale e liberista. Vince a Catania l’Italia delle clientele e dell’assistenzialismo, vince a Catania un ceto politico che si alimenta dell’uso spregiudicato di tutti gli spazi pubblici, che riesce a fare blocco con impiegati, professionisti, imprenditori le cui ragion d’essere e le cui fortune sono strettamente legate alla spesa pubblica e alle pubbliche occasioni, un blocco che nega alla radice ogni confronto col mercato, un ceto politico militante a tempo pieno, in stretto rapporto con gli strati popolari e marginali ai quali garantisce risposte immediate e concrete, per quanto distorsive della dignità personale e delle regole di un welfare strutturale e oggettivo. Se Forza Italia ha avuto per qualche momento della sua storia concentrata una qualche velleità modernizzante e antistatalista, col voto di Catania dovrà riporla anche dal suo lessico se pensa di utilizzare quel voto come presupposto di una risalita elettorale. Se Catania sarà il modello, la natura stessa di Forza Italia e di Berlusconi dovrà cambiare: non più diffusore di un’idea costituente del nostro paese, di un’idea di ridefinizione cioè del rapporto tra stato e società civile, ma semplicemente federatore di interessi locali, al Nord la Lega e in Sicilia il neoautonomismo dei Lombardo e dei Cuffaro e chissà cos’altro nelle altre regioni! Altro che partito unico: la prospettiva è quella di un contenitore unico di mille partiti e satrapie ( da Pannella a Mussolini dalla Lega Nord alla Lega Trinacria ecc.). Insomma la dissoluzione del profilo nazionale del partito che da strumento di cambiamento del paese ne diventerebbe un suo specchio ridotto e frenante: non risposta ma effetto del suo declino.

 

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