IL CASO DEL PINAR, NUOVA CAP ANAMUR di Vincenzo Campo

A S.E. Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento
Eccellentissimo Monsignore, mi chiamo Vincenzo Campo e lei non mi conosce: dunque vorrà scusarmi se l’importuno; vorrà scusarmi se lo faccio senza rispettare protocolli ed etichette, senza farmi presentare da qualcuno, permettendomi, forse con un po’ d’impudenza, di rivolgermi, io che sono uno qualunque, a chi rappresenta e impersona una delle più alte cariche. Lo faccio, mi permetto di farlo, perché ho avuto modo di verificare di persona in più d’una occasione che la sua sensibilità e la sua attenzione nei confronti degli Ultimi sono addirittura superiori ad ogni aspettativa ingenerata dalla fama che l’ha preceduta, qui ad Agrigento. Lo faccio, comunque, perché credo che la gravità del caso debba farmi correre il rischio di passare, appunto, per impudente e irrispettoso. Saprà certamente del Pinar, quel cargo turco che batte bandiera panamense che giovedì scorso ha raccolto centoquaranta migranti naufraghi al largo di Lampedusa e che rimorchia pure una scialuppa col corpo esanime d’una donna incinta morta durante il viaggio; avrà sentito che le Autorità italiane e maltesi, negano l’autorizzazione all’approdo e dunque d’accogliere i centoquaranta uomini e donne –che di uomini e donne si tratta- che in un incredibile ping pong restano, in stallo, nelle acque estraterritoriali. So bene che la questione non è di competenza locale, che la decisione di salvare queste centoquaranta vite e il corpo d’una donna che non vive più non dipende neanche in minima parte da Agrigento o da Autorità agrigentine, ma credo che il problema, che è nazionale, europeo e, in definitiva di tutti sia, prima d’ogni altro, di noi agrigentini che abbiamo questi profughi a sole ventuno miglia dalle nostre acque e dei siciliani in generale che, seppure per volontà del governo centrale, neghiamo l’approdo mettendo a rischio le vite di questi uomini e donne. Io vorrei che Vostra Eccellenza dicesse una parola perché la vicenda di questi diseredati si risolva nel modo migliore e al più presto; vorrei, ancora più impudente di quanto non sono stato finora, che Vostra Eccellenza facesse voti perché Sua Santità stessa, oggi che, se non sbaglio, è il giorno anniversario della sua ascesa al soglio pontificio, levasse la sua più che autorevole voce nei confronti dei governi italiano e maltese. Per parte mia sono disponibile a fare quello che posso, a mobilitarmi con la Caritas e le altre organizzazioni che si occupano di migranti e con chiunque sia disponibile a farlo. Voglia scusarmi, Vincenzo Campo
Testo sottoscritto da Tano Siracusa, Giandomenico Vivacqua, Davide Natale, Tiziana Valenti e Piero Baiamonte
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