'CHIEDIAMO SCUSA AI NOSTRI OSPITI IMMIGRATI' di Associazione Culturale Altri Sud

Giorno 10 a Porta di Ponte, alle 18,30, mezzora prima dell’inizio della manifestazione contro i respingimenti degli immigrati e contro la visita di Gheddafi in Italia indetta dai padri comboniani, è scattata la caccia agli uomini neri. A inseguirli, a braccare gli immigrati in un surreale carosello fra i tavoli dei bar e lo sbigottimento dei presenti, erano dei carabinieri, altri uomini bianchi e in borghese.

Gli uomini bianchi a inseguire e quelli neri a scappare come selvaggina: eppure a fuggire non erano dei mafiosi, né dei politici corrotti, né i responsabili di qualche catastrofe ambientale, e neppure terroristi, ma uomini già in fuga da altri inferni di fame, guerre e dittature. Persone che hanno venduto tutto quello che avevano per raggiungere la Sicilia, che hanno rischiato la vita nel deserto e poi in mare per tentare in Sicilia e in Italia quella sorte cercata da milioni di siciliani e di italiani nelle Americhe e oltre le Alpi. 
Oggi questi uomini, queste donne, questi bambini, sono per lo Stato italiano dei fuorilegge. Di fatto sono dei fuorilegge non per aver commesso dei reati, ma perché hanno messo piede in Italia e sono poveri. E come fuorilegge vengono respinti verso la Libia di Gheddafi, un dittatore che irride apertamente alle democrazie parlamentari e non riconosce i trattati internazionali sui diritti umani. Molti migranti vengono detenuti in condizioni disumane nelle carceri libiche.
Per noi questi uomini non sono dei fuorilegge ma dei profughi, tutti, e come tali dovrebbero essere accolti. Accolti cristianamente, fraternamente, e con la consapevolezza che le migrazioni possono essere evitate solo se si interviene sulle cause che le provocano. Innanzitutto, oggi, la gigantesca distanza che separa i ricchi dai poveri su scala planetaria. 
Che fosse questa anche l’ispirazione della manifestazione indetta dai padri comboniani era noto alla Questura di Agrigento che aveva autorizzato la manifestazione. Perciò non si capisce con quale motivazione, volendo ottenere quali obbiettivi, si sia deciso di effettuare la caccia all’immigrato clandestino giusto mezz’ora prima della manifestazione.
Se si doveva dare seguito alle denunce dei commercianti di Porta di Ponte, come è stato sostenuto, si poteva scegliere un altro momento.
Se si voleva intimidire qualcuno, la durissima e immediata denuncia di padre Gaspare Di Vincenzo e di molti fra i presenti all’operazione dei carabinieri, lo ha impedito.
Di sicuro la tempistica di quell’intervento non ha permesso a decine di immigrati ad Agrigento di assistere alla manifestazione, di sentirsi per una sera meno soli, meno esclusi. Meno fuorilegge. E’ questo, alla fine, l’unico risultato, l’amaro valore aggiunto al bottino dei quattro arresti.
Di questo, da agrigentini e credendo di esprimere un sentimento diffuso in città, chiediamo scusa ai nostri ospiti immigrati.
 
 
Associazione Culturale Altri Sud:
 
Pietro Baiamonte, Beniamino Biondi, Vincenzo Campo, Nino Cuffaro, Danilo Di Gesù, Viviana Di Nunno, Marco Falzone, Daniela Natale, Davide Natale, Elena Nocera, Marcello Peretti, Susanna Riolo, Tano Siracusa, Giorgia Sutera, Tiziana Valenti.
 
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