Quest'anno il SUV va bianco di Leonardo La Rocca

La stupenda divulgazione e discussione in merito all'immigrazione ad Agrigento, ricca di ''colpi di scena'' come la retata a Porta di Ponte nel giorno della tolleranza e dell'integrazione la dice lunga su quanto siamo realmente lontani dall'essere un paese democratico, almeno sotto questo profilo, o forse meglio dire anche sotto questo profilo. La considerazione è che almeno per una volta siamo molto più vicini a quel nord tanto anelato di quanto pensiamo. Da anni ormai vivo a Milano e qui la presenza di immigrati extracomunitari, dall'Africa, dall'America e dall'Asia è sempre presente e talvolta pressante. La testimonianza quindi in merito a questo tema spero possa dare un contributo alla riflessione di quanti oggi ad Agrigento come in tutta la Sicilia si confrontano, con un occhio diverso, al tema. Il numero di immigrati oggi in Lombardia non credo superi quello della Sicilia (ormai le statistiche parlano di numero di extracomunitari su numero di italiani, ma verificarlo mi fa semplicemente ribrezzo quindi nessuno me ne vorrà se faccio considerazioni non suffragate da statistiche di questo genere), non tenendo in considerazione per esempio i top manager delle multinazionali statunitensi che comunque sempre extracomunitari sono benché vadano in giro sui SUV nelle splendide e ricchissime vie del centro. La giornata dell'integrazione ha messo in luce ad Agrigento come nel resto d'Italia un concetto che a mio avviso è preoccupante oltre che tragico: l'adesione è stata bassissima! Si poca gente, estremamente motivata e ricca di contenuti, guardata come ''l'amico dei negri'' e quindi come tale additata come diversa, e ci risiamo sulla storia del diverso! Già perché una volta nella letteratura, nella filosofia, nel mondo della cultura, essere diverso era una cosa positiva (''due strade trovai nel bosco ed io scelsi quella meno battuta, è per questo che sono diverso...'' era il punto forte di un notissimo film degli anni '90) oggi invece no, non solo fa paura, ma anche l'amico del diverso fa paura. Il messaggio ahimè è passato con una sottigliezza nemmeno tanto celata e con un connubio perfetto tra il razzismo istituzionale e la xenofobia popolare. La cosa drammatica è che il messaggio era semplicissimo e quindi altrettanto semplicemente si è diffuso e senza difficoltà. La domanda è perché e di chi è la colpa. A mio avviso oggi paghiamo lo scotto di una confusione storica del nostro ''popolo'', degli italiani: il dualismo di nazione coloniale (per molti il colonialismo italiano è quasi un punto d'orgoglio nella nostra storia .- vedi le mostre degli scorsi anni sul colonialismo al Vittoriale a Roma) e di nazione colonizzata. Una specie di voglia di riscatto: gli indesiderabili che additano gli altri come indesiderati. Già perché negli anni passati eravamo noi ad andare in giro per il mondo, esportando per altro il meglio (mafia, delinquenza, povertà), quasi come oggi noi siciliani esportiamo in parlamento la creme della creme. Ed oggi ci stupiamo e additiamo gli altri come coloro che importano a casa nostra mafia, delinquenza e povertà. Mi fa specie pensare alle carrozze della metropolitana di Milano per soli lumbard (proposta infausta e certamente provocatoria, ma che è diventata l'agenda politica della campagna elettorale per l'elezione del presidente della provincia di Milano per molti giorni), ma del resto i quartieri ghetto della piccola Italia nella New York degli anni '30 non sono molto diversi. La cosa comica è che la storia che vediamo oggi, con parti parzialmente mutate, di fatto è sempre la stessa. Negli anni dei flussi migratori da sud a nord di fatto erano i sud...ici sud....disti sud...aticci che terrorizzavano e venivano ghettizzati, oggi però questi sono diventati i nuovi caporali, e sono giusto loro il consenso popolare di un movimento xenofobo che rappresenta, sembra, il 16 % del paese ed a volte il 60% del nord Italia. Caspita, giusto loro! Pensate un po', un siciliano che oggi si trova in pizzeria a Bergamo deve sapere che almeno 6 persone su 10 di quella pizzeria non lo vorrebbero lì dentro. E questo eventualmente potrebbe essere uno dei perché. Per colpa di chi ovviamente è sotto gli occhi di tutti, ma mi viene da pensare alla convocazione del consiglio dei ministri come un consiglio di guerra l'indomani dell'omicidio a Roma da parte di un rom, per carità lungi da me pensare che la cosa non fosse gravissima, ma la risposta, di un governo di sinistra (????) non avrei mai pensato potesse essere quella (ecco perché non ho speso più 250 euro per venire a votarlo in Sicilia la seconda volta a distanza di un anno, già perché comunque ancora in Sicilia ho deciso di risiedere, e se lo scopre Borghezio sono veramente guai!!!). E come la storia si ripete in questo senso, la storia si ripete anche per i ''nuovi italiani'', quei figli di extracomunitari che, nati in Italia, italiani sono! Italiano parlano! Però cominciano ad arricchirsi e sulla base di quello che hanno visto e desiderato negli anni, oggi cominciano a prenderselo, tristemente però partendo dalle rivendicazioni più futili: il SUV, che rigorosamente è nero con i vetri scuri, perché fa tanto exclusive, come la Buik dorata con i paraurti lucidissimi e cromati degli indesiderabili dell'America anni 30 che tanto faceva arrabbiare i conservatori americani. Ed ecco i risultati: stiamo perdendo ancora una volta l'ennesima opportunità di crescere come popolo, come nazione come gente, nonostante nel nostro dna, soprattutto in quello di noi meridionali, la ''mescolanza'', l'integrazione, l'accoglienza e la crescita grazie al diverso, siano parte integrante (che cosa sarebbe il duomo di Palermo senza i contributi architettonici di tutti coloro che ci hanno dominato????). La cosa comica è che se questa estate venite a Milano, la sera potrete scegliere tra il sud sud festival, il festival della taranta, i Briganti e le musiche del Salento. Sì, si vanno diffondendo a dismisura, quasi esclusivamente queste forme di rivalutazione della cultura di quei meridionali che cinquanta anni fa venivano scacciati come cani. Forse tra cinquanta anni faremo il festival della danza del ventre o festeggeremo il capodanno cinese anche a Milano come la cosa più ''figa'' che l'estate milanese proponga, ma ad oggi il diverso continua a fare paura e di integrazione non se ne parla; forse è per questo che quest' anno, per la legge del contrappasso, il SUV va di moda bianco. Io però continuo a pensare che nel mio paese nessuno è straniero.