ELOGIO DEL CLIENTELISMO di Giovanni di Girgenti

 [img:1 align=float_left title=none] Lombardo straccia la Finocchiaro. Mai il centro sinistra ha avuto uno stacco cosi’ netto dal centro destra. Alle politiche il Pd in Sicilia si attesta molto al di sotto della media nazionale.
In provincia di Agrigento il risultato del Pd e’ semplicemente disatroso. Inferiore ai voti di Margherita e DS della volta precedente.
Adesso sentiremo le geremiadi contro il clientelismo.
Tutto verra’ giustificato e ogni colpa politica assolta col mantra del clientelismo che incatena le volonta’ dei cittadini elettori.
Nulla sara’ detto della formazione delle liste, del PD, della lista Finocchiaro, nulla sui limiti di radicamento del centrosinistra in Sicilia.
Guardiamo la provincia di Agrigento.
Il centro destra ha un fortissimo radicamento nel territorio e un gruppo dirigente giovane e moderno. Alfano, Cimino, Scalia, Giusy Savarino e adesso Nino Bosco appartengono ad una generazione politica nuova. A parte Scalia, non hanno superato la trentina e si circondano di giovanissimi ampiamente valorizzati negli incarichi di partito e istituzionali.
Il centrosinistra puo’ dire di se’ la stessa cosa?
I dirigenti della destra hanno un rapporto col territorio molto stretto, troppo direbbe qualcuno alludendo appunto al clientelismo. Ma cos’e’ il clientelismo? E’ un modo di seguire e di soddisfare i bisogni quotidiani delle persone. Certo un modo perverso, col quale meriti, bisogni e spesso anche leggi, vengono traditi e calpestati al solo scopo di raggiungere o conservare il potere.
Un servizio di scambi ineguali, col quale i diritti sviliti in favori, vengono scambiati con l’asservimento. E tuttavia il clientelismo da’ una risposta ( sbagliata, s’intende) ai bisogni delle persone, ne conosce i desideri, le aspettative, le ambizioni e prova a soddisfarli.[img:2 align=float_right title=none] Non sara’ mai sufficiente una critica radicale al clientelismo come virus della democrazia, come imbroglio delle eguali opportunita’, come distorsione del servizio pubblico, ma solo se si accompagna alla consapevolezza della necessita’ di individuare un modo alternativo di ascoltare e dare risposte ai bisogni quotidiani delle persone. Tra la carita’ cristiana e il clientelismo ci sara’ un altro modo di stare a fianco delle persone senza pretenderne l’asservimento del voto e delle coscienze?
Una volta c’era il ‘Sol dell’avvenir” a giustificare le rinunce e i sacrifici nell’oggi. Ma da quando ci siamo liberati di tale attesa, cosa puo’ rafforzare il legame di chi vuole il consenso dei cittadini tra una votazione e l’altra? C’e’ un modo alternativo, non clientelare, di stare accanto a chi soffre, a chi non vuole essere lasciato solo ad affronatre i problemi del lavoro della famiglia, dell’abitazione o dell’impresa? Proviamo a rispondere a queste domande?

 

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