STUDIO SULLE DISCRIMINAZIONI NELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA

Lunedi' tre dicembre ad Agrigento si e' svolta una Giornata di studio sulla discriminazione. Nel primo pomeriggio e' stato presentato il libro 'Il silenzio degli altri', a cura di Michele Mannoia, Edizioni XL. La giornata sulla discriminazione si e' svolta nell'Aula magna 'Luca Crescente' del Polo didattico di Agrigento - Facolta' di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Servizio Sociale. Ne hanno discusso insieme al curatore del volume, Michele Mannoia, Mario Gandolfo Giacomarra, Preside della Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' degli Studi di Palermo e Mario Berardi, Ignazia Bartholini, Antonella Elisa Castronovo, Roberta Teresa Di Rosa, Francesca Giordano, Gaetano Gucciardo e Cirus Rinaldi.
Michele Mannoia e' ricercatore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo. Ha svolto ricerca presso l'Universita' di Macerata e ha insegnato Sociologia dell'educazione e Metodologia e tecnica della ricerca sociale presso la facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' di Palermo. Attualmente svolge ricerche sul tema della criminalita' minorile, sul tema dell'immigrazione straniera e su quello dei valori e dei modelli di comportamento degli studenti universitari. Tra le sue pubblicazioni: La scuola, gli allievi stranieri, i nomadi. Percorsi di studio e di ricerca (Roma 2005). Ha curato (con Marco. A. Pirrone) il volume: Il razzismo in Italia. Societa', istituzioni e media, Roma 2010.

Il convegno si e' svolto alla presenza di un folto pubblico. E' venuto a porgere i suoi saluti il direttore amministrativo dei Poli decentrati dell'Universita' di Palermo, il dottore Castorina, che ha sottolineato come anche questa e' una ulteriore occasione nella quale si mostra la vitalita' del Polo per il territorio agrigentino.
Durante il convegno si sono dibattuti i temi relativi alla discriminazione; in particolare si e' sottolineato come sono in atto processi economici globali che generano discriminazione o che creano le condizioni sociali, politiche e culturali perche' si generino discriminazioni.
In particolare Gaetano Gucciardo ha spiegato che l'aumento delle diseguaglianze, in tutti i paesi OCSE, si sta accompagnando a una intensificazione della competizione che a sua volta si accompagna a un grave deterioramento del legame sociale che si manifesta con la crescita della violenza e degli omicidi. L'insicurezza genera a sua volta reazioni di chiusura sia fisica (e' aumentata la quota di forza lavoro impiegata in lavori di guardia e sono aumentate le gated communities) sia culturale e politica. Queste reazioni avvengono proprio in coincidenza con la crescita dei flussi migratori che, mettendo a contatto popolazioni eterogenee per razza ed etnia, incrementa enormemente il rischio discriminazioni.
A conferma di cio' Antonella Castronovo ha illustrato la vicenda degli sbarchi a Lampedusa e di come il governo Berlusconi ha gestito l'emergenza l'anno scorso. In base a una costruzione tutta mediatica di una emergenza definita come ''invasione'' di stranieri a loro volta criminalizzati in quanto clandestini, il governo ha adottato misure discriminatorie quali il prolungamento dei tempi di detenzione dei migranti irregolari da sei a diciotto mesi. E quando il centro di accoglienza e' stato svuotato e, con un'altra operazione mediatica, l'isola restituita alla sua ''vocazione turistica'', il governo ha fatto ricorso a centri di permanenza galleggianti, i migranti sono stati fatti alloggiare per settimane su navi ancorate al molo Santa Lucia del porto di Palermo.
Bartholini ha ricordato la tipologia degli uomini di Don Mariano, il boss del 'Giorno della civetta', di Sciascia in cui compaiono i pigliainculo e ha illustrato una ricerca sul fenomeno dell'omosessualita' nel trapanese che documenta quanto sia radicato lo stigma negativo nei confronti della omosessualita' nella cultura e nella societa' siciliana mentre Rinaldi ha spiegato con acutezza che la discriminazione nasce a partire dalla stessa convinzione che la distinzione maschio femmina sia fissa e dicotomica e come la via per liberarci dalle discriminazioni passi attraverso la capacita' critica di riconoscere che le identita' sessuali sono costruzioni sociali e come tali possono essere pensate ben diversamente da come le pensiamo e le regola lo stesso codice civile.
Infine, Di Rosa ha spiegato, a un pubblico costituito in buona parte da assistenti sociali e da allievi/e assistenti sociali, che la discriminazione e' una minaccia insita nella stessa attivita' professionale dell'assistente sociale specie in un'epoca nella quale l'unica preoccupazione che sembra orientare la spesa pubblica sono i tagli di bilancio.
Il dibattito è stato concluso dal curatore del volume, Michele Mannoia, che ha ricordato come il volume non raccoglie solo interventi di studiosi ma anche di operatori sociali (e pure di un maestro di strada) per dire che la discriminazione e' un tema di ricerca perche' e' nello stesso tempo un tema di impegno civile e politico per tutti quelli che con esso si confrontano.


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Il silenzio degli altri

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