Submitted by Suddovest on Fri, 28/08/2020 - 14:31
Il Tennis e Fontes Episcopi
Almeno una volta l’anno d’estate torno in Sicilia dove “quando posso” mi piace giocare a Tennis. Pratico questo sport da tanti anni e oggi mi ritengo fortunato a giocarlo ancora perché mi permette di mantenere la linea (almeno ci provo).
Per me il Tennis è più di un divertimento, è socialità, è stare all’aria aperta, è muoversi, è tutto quello che abbiamo dimenticato con la vita moderna e con il lavoro d’ufficio. E’ una speranza di stare il più possibile lontano dai farmaci, è una medicina naturale per il corpo e per la mente.
Se avete pazienza di arrivare fino in fondo (e sopportare i “colori” che ho voluto inserire per mettere in risalto quanto vi dirò alla fine) vi racconto un fatto accaduto a Comitini (Cummatì in dialetto), piccolo paesino di fronte al mio paese natale che è Aragona (Raona).
Comitini non è purtroppo un caso isolato perché la realtà siciliana e, in particolare, agrigentina, è piena di “piccole Comitini” che hanno voglia di riscatto.
Submitted by redazione on Tue, 21/07/2020 - 19:29
C’è nella prima parte di Saggio sul luogo tranquillo di Peter Handke, l’immediata possibilità di riconoscervi i luoghi interiori dell’infanzia e dell’adolescenza. Di certe infanzie, di certe adolescenze. E di scoprire a tratti un idem sentire con l’autore se evoca l’attrazione di qualche adolescente per “le chiese vuote e i cimiteri cittadini”. Sembra che i luoghi tranquilli siano quelli in cui ci si sentiva “protetti e liberi insieme”.
Tale percezione marcava un particolare fastidio per quello in cui gli adulti speravano e i coetanei erano disposti a esperire; cioè il gusto di affermare una soggettività, singola o di piccolo gruppo che fosse, ribelle e scapigliata.
Ancora oggi, dice Peter Handke, “non so perché qualcosa in me opponesse resistenza all’idea di essere parte della compagnia”.
Saggio sul luogo tranquillo, a dispetto del titolo, espone in maniera frammentaria e diaristica il riconoscimento delle posizioni che la vita dell’autore ha assunto nel corso del tempo: la fuga dalla calca, il bisogno di defilarsi dai quadri familiari e sociali, fino al racconto nitido, letterale, della ricerca del confessionale, “lontano dai compagni rimasti nei banchi della chiesa”. Non è difficile, per chi ha maturato una sensibilità affine a quella dell’autore, riconoscersi in questa descrizione: “non di rado venivano momenti in cui desideravo di giacere in una delle stanze dell’infermeria del collegio”.
Submitted by Suddovest on Sun, 12/07/2020 - 22:01
Submitted by redazione on Fri, 10/07/2020 - 13:55
Forse non strano, ma certo curioso, a distanza di poco mi sono imbattuto per puro caso in due scritti, stupefacenti per la loro prossimità tematica, in questi giorni di furore iconoclasta. Intanto ho appreso da un saggio di Mimmo Franzinelli, Il prigioniero di Salò, che l’umiliazione degli italiani, “inadeguati al combattimento”, scatenò fra l’altro un’escalation iconoclasta, consumata dai tedeschi, la cosiddetta “guerra dei monumenti”. Sparite in Alto Adige le scritte in italiano, furono cancellati tutti i simboli del passato sgraditi alla “belva bionda”. Rimosso il monumento rievocativo della battaglia navale di Lissa (1866), analoga sorte fu riservata a Capodistria alla statua del martire irredentista Nazario Sauro. A Gorizia il disprezzo tedesco per gli italiani provocò perfino la distruzione del monumento alla Vittoria nella prima guerra mondiale. Quando Mussolini, di fatto prigioniero a Salò, venne a sapere di
Submitted by redazione on Fri, 12/06/2020 - 16:57
C’è ancora chi ricordi un episodio del 2007, quando alla Sapienza 67 professori firmarono una lettera inviata al Rettore, con la quale, in nome della “laicità della scienza”, si giudicava “incongruo” l’invito rivolto al professor Joseph Ratzinger, alias Benedetto XVI, a tenere una lezione, poi prudenzialmente non svolta, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico?
E c’è ancora chi ricordi che nello stesso anno, ad uno dei fondatori delle Brigate Rosse, lo stesso che aveva definito l’assassinio di Moro “il più alto atto di umanità possibile”, fu consentito dall’Università di Lecce di far conoscere le iniziative della cooperativa editoriale graziosamente battezzata Sensibili alle foglie?
Submitted by Suddovest on Wed, 20/05/2020 - 18:18

Memoria, impegno civile e lotta alle mafie sono i temi di una diretta streaming della «Strada degli Scrittori» che alle ore 16 di giovedì 21 mette a confronto il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, la giornalista Marcelle Padovani, autrice del libro scritto con Giovanni Falcone «Cose di Cosa nostra», e Rosaria Costa, la vedova di Vito Schifani uno degli agenti dilaniati nella strage di Capaci, il 23 maggio del 1992, con i colleghi Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro.
A 28 anni dall'eccidio sulla pagina Facebook della «Strada» tutti potranno seguire e porre domande in diretta live partecipando alla conversazione dal titolo «Capaci, per non dimenticare», coordinata da Felice Cavallaro.
Submitted by Suddovest on Sat, 16/05/2020 - 15:06
La filosofia potrebbe dare una mano adesso che scatta il "quasi" tutti liberi, dopo la quarantena forzata per evitare la diffusione del Covid-19.
A cosa? A capire per esempio come muoversi tra emergenza e panico. Il quesito è stato posto a tutti i grandi filosofi italiani, ai presidenti delle società filosofiche italiane che si sono messi attorno ad una 'agorà' telematica (tra Facebook e YouTube) stamane attorno alle 10.
Al confronto hanno preso parte oltre a filosofi, studenti del Liceo Empedocle di Agrigento, tra gli altri.
Submitted by redazione on Sat, 18/04/2020 - 21:39
A un caro amico, partito in fretta un anno fa per una meta avvolta nel mistero, alcuni versi, forse non alti ma schietti assai, per cattivarci il suo perdono. Il nostro, è presto, oggi non viene: la sua presenza esuberante troppo ci duole.
Un bel giorno me ne vado
sono stanco e stufo
lascio le stanze
i gradini della scala
briciole e cenere
e tutto il resto avanzato
in pacchi e pacchetti
che qualcun altro aprirà.
Sull’uscio una luce
rade il cielo
lo fa calvo concavo orrendo
mi chiudo nel guscio delle palpebre
cammino e incespico
in un pacco in un braccio teso
in un lamento che dice
Non pestarmi col piede
Submitted by Suddovest on Thu, 09/04/2020 - 23:37
Da diverse settimane tutti i giorni il governatore della Lombardia Fontana e l'assessore al welfare Gallera occupano buona parte dei Tg nazionali e regionali. Proclamano l'efficienza e l'impegno del sistema ospedaliero lombardo, lanciano accuse di inadeguatezza al governo centrale e impartiscono lezioni e richiami alla responsabilità dei cittadini lombardi. A me, che in queste settimane vivo a Milano, sembra tuttavia che questa incalzante comunicazione alla lunga non sia riuscita a nascondere il sostanziale fallimento del sistema sanitario lombardo. Una politica fondata su un massiccio investimento di risorse sul sistema ospedaliero, più privato che pubblico, e sull'impoverimento progressivo della rete di medicina territoriale.
Submitted by redazione on Tue, 31/03/2020 - 15:33
St. James infirmary è un blues dalla genesi controversa (c’è chi ritiene che origini da un traditional irlandese del XVIII secolo), reso celebre nel 1928 dall’interpretazione di Louis Armstrong.
Dice di un uomo che va a trovare la propria donna, so cool, so sweet, so fair, adagiata sul freddo tavolo di un obitorio.
Misty è un pezzo musicale di rara bellezza composto nel 1954 da Errol Garner e successivamente trasformato in canzone con il testo di Johnny Burke.
Lucille, infine, è un magnifico Rock and Roll composto nel 1957 da Little Richard e Albert Collins. Sul testo, coerente con la tradizione del genere, meglio sorvolare, quanto al resto, impossibile resistervi.
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