Agrigento tra le Alpi e le Piramidi

memoria

 

UNA CITTA' E LA SUA ANIMA. Conversazione di Fausto D'Alessandro e Giandomenico Vivacqua su Agrigento*

GIANDOMENICO VIVACQUA - Il tema della nostra conversazione è una città, una comunità, la nostra, colta in un periodo di radicali trasformazioni: gli anni tra i cinquanta e i settanta del secolo scorso. A quando risalgono i tuoi primi ricordi adulti, consapevoli di Agrigento?
FAUSTO D’ALESSANDRO – I miei primi ricordi consapevoli di Agrigento risalgono al dopoguerra. Nel dopoguerra ero bambino, però ricordo molto bene alcune cose, ricordo come la gente vide nell’ingresso degli americani non un fatto di liberazione dal Fascismo – perché qua il Fascismo nostro era stato un Fascismo molto all’acqua di rose, come si soleva dire e come si è detto e come si dice tuttora. Ma lo vide come occasione di arricchimento, capì, ebbe immediatamente l’intuizione che esisteva uno spessore degli oggetti, delle automobili, delle motociclette, dei vestiti, della statura delle persone che dovevano diventare il modello. Io ebbi una percezione nettissima di questo… è lì che si rompe l’incanto, diciamo così, agrigentino, e ritengo siciliano. E’ lì che vengono cambiati interamente gli orizzonti e rinnovati i paradigmi: la ricchezza, il consumo, qualunque sia la base di partenza. E quindi sostanzialmente si scatena la corsa all’arricchimento. Ma l’arricchimento è un fenomeno globale, complessivo, della popolazione. All’arricchimento personale ci arrivano pochi. Ecco, allora, il riflusso continuo di questa città, che rapidamente si ripiegherà su stessa, nella ricerca clientelare del “posto”, del 27 del mese.
GIANDOMENICO VIVACQUA – Quali erano i luoghi e le circostanze sociali della tua adolescenza, della tua giovinezza che meglio rappresentavano quello che tu hai definito “l’incanto agrigentino”?
 

AGRIGENTO TRA GLI ANNI CINQUANTA E SETTANTA NEGLI SCATTI DI GIUSEPPE ARENA

E' stata inaugurata la mostra “Foto Arena: Agrigento tra gli anni Cinquanta e Settanta negli scatti di Giuseppe Arena” presso la Biblioteca Comunale “Franco La Rocca” di Agrigento. La mostra è stata curata da Angelo Pitrone e Giovanni Scicolone con la collaborazione del Presidente del Centro Culturale Editoriale P.P. Pasolini Maurizio Masone e con il patrocinio dell’Assessorato Regionale ai Beni culturali e con il contributo del Comune di Agrigento. Giuseppe Arena è stato un fotografo che ha operato intensamente ad Agrigento per quasi quaranta anni esercitando, oltre alla tradizionale attività di foto-studio, cerimonia ed eventi, anche quella di fotoreporter giornalistico. Scomparso nel 1984, il suo fondo fotografico costituisce oggi una preziosa documentazione della storia e dell’immagine della città. In particolare, la mostra rivela la rapida trasformazione sociale ed urbanistica di Agrigento avvenuta tra gli anni Cinquanta e Settanta. Interverranno alla presentazione della mostra e del volume ad essa dedicato il Sindaco Marco Zambuto, l’Assessore alla Cultura Settimio Biondi, Ermogene la Foreste, Fausto D’Alessandro e Giandomenico Vivacqua. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 16 gennaio 2009.

Nota introduttiva dei curatori Angelo Pitrone e Giovanni Scicolone

Recuperare la memoria di una città è un’operazione complessa che può attuarsi attraverso diversi canali che attingono alla storia, all’architettura, all’arte, alla politica.
Recuperarla per una città che in pochi decenni ha subito una trasformazione sociale ed urbanistica radicale diventa anche un’operazione fortemente culturale.

 

"SPHAIROS", TROPPO IN ANTICIPO SUI TEMPI?

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Nel novembre del 1996 la Provincia Regionale di Agrigento organizzò un convegno di due giorni cui diede il titolo di "SPHAIROS, INCONTRI DI METAFISICA NEI LUOGHI DI EMPEDOCLE". Vennero ad Agrigento, nei locali del monastero di Santo Spirito, decine di grandi filosofi di molte università italiane e centinaia di studenti dai licei della provincia. Venne pure, senza essere stato invitato, con grande sorpresa e piacere degli organizzatori, Franco Battiato al seguito di Manlio Sgalambro. L'ideatore del convegno fu Giovanni Taglialavoro, allora consulente del presidente della Provincia Stefano Vivacqua. Oggi in Italia convegni del genere sono organizzati in molte città da Roma a Modena, da Mantova e Ravello. Allora, 12 anni fa, forse si trattava della prima iniziativa che scommetteva sulla cultura alta come veicolo di promozione anche economica di un territorio. Quell'iniziativa, pur di grande partecipazione e di irrilevante costo, fu poco valorizzata se non derisa da alcuni esponenti della politica e della comunicazione locali.

 

19 ANNI FA MORIVA LEONARDO SCIASCIA di Francesco Taglialavoro

Leonardo Sciascia
Leonardo Sciascia
La Rai rende omaggio a Leonardo Sciascia, grande scrittore siciliano che è scomparso il 20 novembre 1989. Sciascia è stato romanziere, saggista, commediografo, ma ha svolto anche un'intensa attività politica e di sensibilizzazione civile sui temi della criminalità organizzata e dello stato di diritto. Il suo impegno lo ha infine portato anche in Parlamento nelle file del Partito Radicale. In molti dei suoi scritti si è occupato della mafia e ne ha illustrato le relazioni con la mentalità siciliana e le sue relazioni con il potere politico.
Anche l'Associazione amici di Leonardo Sciascia ed una serie di altri enti culturali in tutto il paese hanno già in programma per l'anno del ventennale dalla morte una serie di incontri, dibattiti, per tornare ad ascoltare il messaggio di Sciascia scoprendone quasi sempre una vitalità ed un'attualità sorprendenti a due decenni di distanza.
Ce ne ricorderemo di questo maestro
Ce ne ricorderemo di questo maestro
A Castelnuovo di Porto, provincia di Roma, la conferenza-dibattito del 12 dicembre sul tema 'Malgrado tutto, le idee muovono il mondo', con interventi di Luigi Galluzzo, Chiara Lico, Gigi Restivo, Gaetano Savatteri, Giovanni Taglialavoro e Massimiliano Melilli è stata rinviata a data da destinarsi a causa dell'emergenza maltempo. Saltato il dibattito, l'associazione amici di Leonardo Sciascia ha esposto nei locali del centro culturale Artipelago alcune opere artistiche realizzate dal 1995 ad oggi da maestri incisori per la collana ''Omaggio a Sciascia''.  
 

VIA IMERA E DINTORNI di Sandra Scicolone

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La via di Agrigento in cui ho abitato per diverso tempo porta un nome fiero, “Imera”, che, per chi non lo ricordasse, rievoca un sito archeologico importante del palermitano dove l’esercito dei miei avi greci, guidati da Terone il tiranno, sconfisse sonoramente i Cartaginesi nel 480 a.C. Siccome agli antichi piaceva scoprire nelle date originali e significativi parallelismi, tutti i Greci del tempo si compiacevano del fatto che la battaglia di Imera si fosse verificata nello stesso anno in cui gli Ateniesi cacciavano i Persiani a Salamina, imbottigliandone le navi in una memorabile naumachia. Insomma, con due vittorie, una a destra e l’altra a sinistra, una ad est e una ad ovest, il genio ellenico sconfiggeva il nemico barbaro.

 

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