Agrigento tra le Alpi e le Piramidi

spettacoli

 

EN ATTENDANT SILENCE. IO E I MIEI GESUITI di Giandomenico Vivacqua

images.jpg

Nella speranza di poter vedere presto anche ad Agrigento Silence, il film di Martin Scorsese sulla durissima repressione subita dai missionari gesuiti in Giappone, tra la fine del XVI e il principio del XVII secolo – pellicola che già da alcune settimane è in sala in molte città italiane – ripenso al periodo in cui ho frequentato, da convittore, il collegio universitario ignaziano di Casa Professa, chiuso ormai da diversi anni, ufficialmente perché il comune di Palermo ha rivendicato lo storico immobile che lo ospitava.

Al piano di sotto sono rimasti, almeno per ora, i padri: sempre di meno, sempre più annosi. Ricordo padre Ajello, il vulcanico rettore della leva precedente alla mia, già infermo, accudito silenziosamente dai confratelli, fino alla fine.

Ricordo padre Taormina, il mio rettore, un’apparenza severa imposta dal ruolo ma che s’addolciva a pranzo e a cena, quando, con delicato gesto eucaristico, versava la debita quantità di vino nel bicchiere dei suoi commensali.

Ricordo padre Neri, dottissimo e carismatico, animatore di conferenze vertiginose sui misteri della fede.

Ricordo padre Lo Conte, uno psicologo clinico che aveva imparato l’inglese alla perfezione ascoltando la Bbc e che disbrigava, senza complessi, incarichi attinenti al governo della comunità.

Ricordo un padre di cui non ricordo il nome, rientrato dal Madagascar dopo oltre trent’anni di missione, che sulla porta della sua cella aveva scritto: “Giungla africana”.

 

PATERSON, POESIA TROVATA IN UNA SCATOLA DI FIAMMIFERI di Vito Bianco

Paterson, screenshot dal film (Wikipedia)
Paterson, screenshot dal film (Wikipedia)

Jim Jarmusch (Daumbailò, Strangers than paradise) appartiene alla  non folta compagine di “autori totali” (come Malick e  Dolan e da noi Garrone e Sorrentino) che sin dall’esordio lavorano con rigore e coerenza all’approfondimento di una personale idea di cinema, sideralmente lontana da quella (ammesso che sia un’idea) adrenalinica o effettistica dei prodotti, talvolta persino inappuntabili nella “confezione”, che vanno per la maggiore e godono di una imbattibile preponderanza distributiva. L’idea di Jarmusch è insieme semplice e affascinante: se una faccia o un oggetto o una luce sono importanti, fermati a guardarli, dai tempo alla tua visione di diventare la visione dello spettatore.
  A questa regola non fa eccezione Paterson, diretto e sceneggiato dallo stesso Jarmusch, opera di trama esile e quasi inesistente che racconta una settimana nella vita ordinaria di una coppia di giovani molto innamorati e molto comuni. Lui si chiama come la città in cui vivono, Paterson (Adam Driver, già visto nell’ottimo Hungry hearts di Saverio Costanzo), e per campare fa l’autista d’autobus; la moglie Laura (Goldshifteh Farahani) è invece una allegra e creativa casalinga che fa dolci squisiti e sogna di diventare una cantante. 
  Niente sembra turbare o anche soltanto increspare la routine risveglio colazione lavoro ritorno (un guasto all’impianto elettrico del vecchio mezzo è il massimo dell’imprevisto); nessun particolare avvenimento attende dietro l’angolo il giovane Paterson, che ogni giorno guida il suo autobus  numero 23 e ogni sera porta a spasso il cane e si ferma per una birra e due chiacchiere al bar del vecchio collezionista di fotografie di glorie locali.

 

'BIAGIO' DI SCIMECA AL FESTIVAL DEL FILM DI ROMA

'Biagio', un nuovo film di Pasquale Scimeca sulla storia del missionario palermitano Biagio Conte sara' presentato al Festival Internazionale del Film di Roma all'Auditorium Parco della Musica al 16 al 25 ottobre. Nel cast, Marcello Mazzarella, Vincenzo Albanese, Renato Lenzi, Omar Noto, Doriana La Fauci, Silvia Francese. Questo e' il trailer della pellicola.

Daniele Moretto per il periodico agrigentino Fuorivista (non piu' pubblicato dal 2005) ha incontrato Fra' Biagio undici anni fa. Di seguito riportiamo l'articolo.

 

AL FESTIVAL DI LOCARNO "SHIPWRECK": CORTO SUL NAUFRAGIO DEL 3 OTTOBRE 2013 A LAMPEDUSA

Questo è il teaser del cortometraggio "Shipwreck" diretto da Morgan Knibbe, pubblicato quest'anno nei Paesi Bassi, della durata di 15 minuti che al Festival del Cinema di Locarno ha riscosso successo ed ha vinto il Pardino d'argento.

La trama del documentario
Il 3 ottobre 2013, al largo della costa di Lampedusa è affondata un’imbarcazione su cui viaggiavano 500 rifugiati eritrei. Più di 360 persone sono morte annegate. Abraham, uno dei sopravvissuti, cammina per un cimitero di relitti ricordando questa terribile esperienza. Al porto, intanto, centinaia di bare sono caricate su una nave della marina militare.
Il cortometraggio concorrerà per la nomination di Locarno agli European Film Awards 2014.

Tutto il cortometraggio è online
Chi è interessato a vedere il corto, un sito dei Paesi Bassi, De Correspondent lo ha pubblicato integralmente.

L'autore e regista olandese

Morgan Knibbe si diploma alla Netherlands Film Academy (AHC) di Amsterdam con il cortometraggio sperimentale A Twist in The Fabric of Space (2012). Il film viene selezionato all’International Documentary Film Festival Amsterdam (IDFA) e ottiene un premio Wildcard dal Netherlands Film Fund.

 

I MONACI DEL DENARO di Vito Bianco

Nella foto: Bruce Dern and Will Forte in Nebraska (2013) Courtesy of Paramount - © MMXIII Paramount Vantage, A Division of Paramount Pictures Corporation. All Rights Reserved.
Nella foto: Bruce Dern and Will Forte in Nebraska (2013) Courtesy of Paramount - © MMXIII Paramount Vantage, A Division of Paramount Pictures Corporation. All Rights Reserved.
Tre film usciti nel primo mese dell'anno ci invitano a riflettere sulla ricchezza, o per meglio dire sul ''miraggio della ricchezza'' e sul suo potere di attrazione, capace di condurre gli individui che ne sono toccati (dominati) sulla via di un ascetismo rovesciato che ha come obiettivo l'abbraccio santificante col ''dio denaro'', il feticcio trascendente da cui è mosso chi si lascia tutto alle spalle per raggiungere la meta agognata - la ricchezza - che ha però lo strano, malefico sortilegio di non essere mai abbastanza, così come per il mistico medievale mai abbastanza vicino era il dio del proprio insoddisfatto desiderio.
Nel primo film del trittico, Nebraska di Alexander Payne, il tema del miraggio, che sta sullo sfondo, ha una ricaduta positiva perché dà a un padre e a un figlio la possibilità di conoscersi meglio nel tempo di un viaggio e di una permanenza nella cittadina dove il genitore è nato e a lungo vissuto; nel secondo e nel terzo, Il capitale umano di Paolo Virzì e The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese è invece al centro dei racconti, è il nucleo attorno al quale girano ora lente ora vorticose e instabili le vite dei personaggi, irresistibilmente catturate dalla forza ossessionante della ricchezza per la ricchezza, del denaro per il denaro, corpo mistico e tracciato digitale che domina le menti e visione salvifica che non fa dormire.
 

RSS Feed

Image CAPTCHA
Enter the characters shown in the image.