E' morto, mentre aiutava il papà al lavoro, il ragazzo che su youtube urlava ''Viva il pool antimafia!'' in faccia a Vittorio Sgarbi.
*Editoriale pubblicato au ARTICOLO21, quotidiano on line per la libertà d'informazione
''Abbiamo l'obbligo morale di ribellarci contro chi continua a ridurre la nostra terra in un deserto''. Parole di un bel ragazzo ventenne, coi tratti moderni di tanti suoi coetanei, con l'eco di una civiltà lontana nelle tempie, nei capelli scolpiti, neri, mediterranei. Il ragazzo è Giuseppe Gatì.
Giuseppe era così, Giuseppe non c'è più. Non c'è più, è morto qualche giorno fa, mentre aiutava il padre al lavoro. Un filo scoperto, una scarica, e via.
Giuseppe non c'è più, il suo impegno resta nel ricordo degli amici, le sue denunce hanno scritto una piccola, grande testimonianza, in una terra dalla lunga sfida tra indignazione e sudditanza, con la sudditanza che falsa la gara e il più delle volte vince. Ma Giuseppe era convinto che la partita si potesse ancora giocare. Era, ed è, sufficiente il coraggio e la capacità di gridarle le cose, opporsi alla pigrizia, evitare che il potere prepotente e l'illegalità ti restassero attaccati al viso come un fastidioso moscone che ha passato il suo tempo nello sterco.
Lui si è fermato, continua la corsa nel ricordo degli amici, con una
piccola testimonianza sopravvissuta alla morte: un video, quel video su youtube che mi aveva fatto conoscere.
Il video si, il video lo avevano visto in tanti. Lo rivedo, potete rivederlo cercando ''Contestazione a Sgarbi''.