Agrigento tra le Alpi e le Piramidi

le opinioni

 

COSTRUIRE ASSIEME LA POLIS di Tano Siracusa

Da molti anni non si vedeva il centro storico così pieno di turisti e  così vuoto di  occasioni di incontro, di iniziative artistiche e culturali. Non ci sono soldi dicono al Comune, e l’Ente Parco ha scelto per l’intrattenimento culturale estivo altri scenari, certamente magnifici, lasciando  però la città, il suo centro storico, vuoti e  silenziosi.  Eppure le sue piazze, gli slarghi, perfino le scalinate  in altri anni hanno ospitato manifestazioni musicali, teatrali, eventi espositivi. Non sempre con l’intervento di enti pubblici.
Quattro estati fa c’è stata l’ esperienza  Vallicaldi, che a ripensarci oggi  sembra avvenuta in un’ altra  città.  Rimangono le  tracce di quell’estate, il grande murales di Mister Thoms, alcuni dei murales dipinti da Scifo e Gianfranz, l’installazione di Gaetano Vella, qualcosa degli interventi di Nonsostare,  che avevano trasformato un cumulo di macerie in un palcoscenico  e  accanto un po’ di verde, un’idea di giardino.

 

IO, MADAME MUSIQUE E LE JEUNE GARÇON: COSI' ENTRAI IN BANDA di Enza Di Vita

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Parliamoci chiaro: alle scuole medie proferii un bel “no” perentorio a Madame Musique. Le dissi esplicitamente che non mi avrebbe più rivisto e che quello, il concerto di fine anno scolastico, sarebbe stato il primo e l'ultimo della mia vita.

Lo dissi con voce forte e chiara subito dopo essere usciti di scena dinnanzi a numerosi testimoni, i miei compagni di sventura, tutti suonatori di flauto dolce.

Oh, se potesse parlare quel piccolo palco! Vi direbbe che si era appena consumata un'esibizione dal retrogusto tragicomico diretta magistralmente dal Monsieur più infedele di Madame Musique che ci svergognò (o meglio, si svergognò) palesemente davanti a tutti coprendo le nostre fatiche musicali con la sua famigerata “musicassetta del Can-Can” sparata a tutto volume lì davanti le nostre orecchie!

Un tradimento che forse la maggior parte degli altri cornuti non ricorda ma che la sottoscritta tiene a mente come fosse successo ieri.

Dicevo che Madame Musique non mi avrebbe più rivista; il suo adepto mi aveva s-concertata e il fatto che la Femme si facesse tradire così facilmente me la diceva lunga anche su di lei. Era questo quello che pensavo.

Passarono solo pochi mesi e un giovane bandista di un piccolo paese catturò il mio cuore di adolescente.

Ci troviamo ad Acquaviva Platani, piccolo borgo del nisseno, paese natio di mio padre dove la mia famiglia trascorreva le vacanze estive.

Acquaviva è lo stesso paese in cui Salvatore Quasimodo trascorse parte della sua fanciullezza, tant'è che ben lo ricorda nella sua lirica “Cosa vuoi pastore d'aria?” inserita nella raccolta “Nuove Poesie”.

 

DOVE SONO I GIOVANI? SPERO LONTANISSIMO DA AGRIGENTO di Leonardo La Rocca

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Caro Giovanni, quanto tempo! Ho letto il tuo post sul "colpo d'ala" ad Agrigento e lo stimolo verso i giovani. Ho appena compiuto 40 anni e quindi ormai non sono più giovane ma ho deciso di cogliere lo spunto, in coda capirai perché.

Sono un quadro di Regione Lombardia ormai da 4 anni e ci lavoro ormai da 12. Negli ultimi 5 anni mi occupo, tra l'altro, di europrogettazione: chiunque abbia una necessità (agricoltura, cultura, sport, politiche giovanili, protezione civile, PMI) mi contatta e produciamo insieme un progetto europeo. Lo presentiamo nel programma adeguato - gestione diretta, interreg, FSE, FESR - e proviamo a vincere.

Negli ultimi 4 anni ho portato in regione circa 80 Milioni di euro di progetti. Non è per fare il brillante ma, al netto delle cannette fumate tra i 16 ed i 20 anni, sono cresciuto ed ho anche un po' imparato a far bene il mio mestiere di pubblico impiegato.

La linea è sempre la stessa che conosci e che mi hanno insegnato: lavorare tanto, lavorare bene, dare sempre la disponibilità e mettercela tutta anche se costa fatica e tempo. Ha pagato (maledetto ciccione, aveva ragione!!!).

Dopo 12 anni, iniziato come precario, ho anche fatto il referente nazionale per diversi programmi europei. Non sto a raccontarti il mio cv, non è questo lo scopo. E' per darti la misura.

 

"NON SONO UNA TERRORISTA CITRULLO" di Saba Anglana*

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In aereo imparo i versi di un mezmur sacro a memoria. Mi serve per il prossimo lavoro in teatro, melodia dalla scala pentatonica antica, di derivazione cristiana copta.

Le parole sono in amarico, ma evidentemente suonano arabe e il mio salmodiare sottovoce deve aver impensierito come una fatwa il vicino di posto, percepisco la sua tensione.

Ah, ho un foulard acquistato in Afar da nomadi che vengono dalla Dancalia, ma a dire il vero sembra un po' una kefiah mediorientale, ed è ben arrotolata a nascondere il viso, perché non sopporto l'aria condizionata.

 

"SCONFITTI, MA FIERI E PULITI" di Ornella Sinagra*

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E poi, sembra un caso, sostituisci qualcuno e ti trovi seduta in teatro. Non ti va di seguire, ma non riesci a far altro, perché qualcuno racconta la sua storia. Che è la storia anche tua. E allora ti sposti e ti siedi davanti, da sola. La ascolti. La città era la stessa. Le persone, le stesse. I ruoli cambiavano, ma la trama era una. Ognuno aveva scelto da che parte stare. Qualcuno aveva l'idea più chiara di altri, qualcuno era avanti, qualcuno seguiva, qualcuno nasceva, qualcuno non capiva, qualcuno fingeva, qualcuno negava. Ma si viveva accanto, negli stessi luoghi. Molti non ci sono più. Lui oggi ne parla, li ricordo tutti, mi sale il nodo alla gola. La sua memoria si stupisce ancora mentre racconta di un uomo grande e solo. E di quelli che gli erano accanto. Come lui. In quella città bella, difficile e irredimibile. Non vado più lì, non ho voglia di stringere mani che conosco sporche. Vado in Canada per ricordare. E poi ho scritto un libro. 
Già, a me viene in mente che ho vissuto troppo duramente in quegli anni. Giovane, in una città solare infestata dal piombo, dal sangue e dalla menzogna. Nessuno ci restituirà l'innocenza. Nessuno ci restituirà quei miti, diversi dagli altri. Nessuno mi risarcirà per le cose che ho dovuto ascoltare nelle aule più alte, dove si doveva insegnare la legge. Troppo era in mano a loro. Troppo era confuso. E questo mi fa rabbia, ancora, adesso. Che sono passati più che 20 anni. 
Alla fine ci sono gli interventi dei ragazzi, contenuti nei "pizzini"...il Generale è un uomo con grande senso dello humor, e sa che è più facile così. 

 

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