Agrigento tra le Alpi e le Piramidi

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ARTISTI NELLA VALLE di Tano Siracusa

 

I POVERI A TORINO di Tano Siracusa

Tanti anni fa  Torino  era stata una sorpresa. Immaginavo la città della Fiat, della classe operaia, degli immigrati, una città grigia e dura, ma in quella mezza giornata uscendo da Porta Nuova avevo visto attorno a me la città sabauda, le piazze, i giardini, i monumenti, i viali e i portici, i negozi eleganti, e poi il lungo Po e di fronte le colline dove si avventuravano di notte i personaggi di Pavese.

 

 

COPENAGHEN E IL BUIO di Tano Siracusa

Copenaghen (Foto Tano Siracusa)
Copenaghen (Foto Tano Siracusa)

Racconta Angela che  nel 1884  Paul Gauguin fuggì da Copenaghen (e dalla famiglia, dal decoro borghese, dalle sue ombre lunghe) per tornare a Parigi. Poi cercherà il sud e la luce, (a Pont Aven tre anni dopo non dipingerà più le ombre),  la inseguirà ad Arles e infine imbarcandosi di nuovo verso le isole del Pacifico.
Angela vive da trenta anni in Danimarca e conosce bene il paese.

Descrive  uno Stato sociale da utopia. Paghetta  statale a sedici anni per otto ore settimanali di lavoro, assistenza sanitaria di altissima qualità e gratuita, contesti ottimali per anziani e portatori di handicap, pochissime automobili in circolazione ed efficiente trasporto pubblico,  piste ciclabili e biciclette ovunque, molte tasse che tutti pagano (ci sono  case con pareti esterne di vetro  verso le quali nessuno guarda per generale  discrezione). 
Ma basta guardarsi attorno.

 

IL SOGNO DI JULIAN di Tano Siracusa

Julian  ricorda  volentieri  come se la passava bene in Romania quando c’era il comunismo. Allora   lavorava come comparsa nell’operetta e venivano tutti pagati dallo Stato. Era bene allora, dice. C' era bello.
Poi, quando il regime di Ceausescu è stato rovesciato,   ha perso il lavoro perché con i soli incassi della biglietteria gli attori non ce la facevano. Ha seguito un corso di meccanica leggera, poi ha  lavorato con una macelleria privata, un giro di maiali con i rom  ma  nessuno e niente  era in regola, rischiavano  la prigione e avevano  dovuto chiudere.  La brusca transizione all’economia di mercato lo ha sbalestrato ai margini della società e poi fuori dal paese come tanti altri rumeni. 

 

TAMMURA DI GIRGENTI di Tano Siracusa

Una decina di  anni fa i tammurinara che accompagnavano la processione di san  Calò venivano da Porto Empedocle e tutto andava bene. Poi ci fu un incidente. Una lite con alcuni portatori, un tamburo sfondato sulla testa di un suonatore, e il magnifico gruppo dei percussionisti empedoclini non si fece più vedere. Con una felice eccezione. Qualche anno dopo  l’incidente per la tammurriata più importante e attesa, quella conclusiva al rientro in chiesa a mezzanotte del santo nero, venne invitato il  bravissimo ‘capo’ dei tammurinara di Porto Empedocle. Grandi applausi, emozionati abbracci alla fine, ma gli empedoclini non sono più tornati. Chi li vuole ascoltare deve andare a settembre alla Marina, per quel san Calò fuori stagione.

 
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