In un posto come il teatro greco di Siracusa gli attori si prendono gioco di filosofi, politici e poveri cristi o furbastri inscenando la commedia Le Nuvole di Aristofane.
Si potrebbe pensare che ne possano avere ogni ragione. Ma a Siracusa il senso della misura si percepisce, non si oltrepassa. Come quello del sacro o del bello. Qui, in questo teatro, l’opera si tramuta, assume significati che in altri luoghi non avrebbe. Chi ne dubiti lo provi magari andando alla cavea antica solo dopo aver passeggiato per piazza Minerva ad Ortigia, lasciandosi catturare dai palazzi storici, dal cielo azzurro e dalla luce abbacinante.
Poi a sera sentire la critica aristofanea ai filosofi del 'pensatoio' potrebbe quasi apparire normale conseguenza di un pensiero e di un modo di agire coerente e libero. I filosofi non dovrebbero distaccarsi dalla vita di ogni giorno e chiudersi nelle proprie speculazioni e non dovrebbero vendere ai richiedenti soluzioni prec onfezionate a problemi della gente comune. Se essi vivessero insieme alla gente al loro servizio o meglio in simbiosi forse ci sarebbero addirittura meno tristezze e miserie da dover risanare.