Si può rappresentare con gli strumenti del cinema la natura oscura e imperscrutabile del Potere, quello che scriviamo con la maiuscola e immaginiamo misterioso e carico di peccati? Si può, se a farlo è un autore di talento come Paolo Sorrentino che con
Il Divo ha realizzato una biografia grottesca e visionaria di Giulio Andreotti, l’uomo dell’archivio segreto e delle famose battute, il politico più longevo dell’Italia repubblicana; un film che ha il suo punto di forza nell’ essere una spiazzante fenomenologia della commedia politica e dei suoi cinici, e talvolta ridicoli, rituali. In una parola, del suo sottosuolo.
Nell’opera di Sorrentino Andreotti è una funzione dell’essenza intima della sovranità democratica. E’ la figura più rappresentativa della dimensione opaca e non illuminabile del potere istituzionale.