DALLA CRISI DELLA SICILIA SI ESCE COL CIVISMO POLITICO
L'appello di Leoluca Orlando per salvare la Sicilia attraverso il civismo politico è l'unica via possibile di rilancio della regione. Il ceto politico e i partiti sono screditati e subiti.
Le ragioni del consenso di cui godeva nel passato, fondato essenzialmente sull’allargamento della mediazione assistenziale e sul mantenimento dello status quo, sono oggi la causa principale della loro impresentabilità e dell'impotenza delle istituzioni.
Negli anni, e il discorso vale per gran parte del meridione, si è costruito e mantenuto un sistema dissipatorio di gestione della cosa pubblica che riusciva a nascondere la propria inadeguatezza rispetto alle esigenze dei sistemi complessi, con progressive dissipazioni aggiuntive creando sovrastrutture gestionali ipercostose e inefficienti e semplicemente rinviando l'appuntamento col default.
Oggi l’intero sistema di mediazione si mostra per quello che è sempre stato: un sistema di rapina di risorse pubbliche e di dominio immotivato sulle persone.
Un sistema nel quale la selezione dei gruppi dirigenti avviene sulla base della spregiudicatezza e dell’asservimento.
Sull’acqua, sui rifiuti, sulla burocrazia regionale, sulla distruzione dell’ambiente, sul lavoro che manca, sulla legalità, sui beni culturali e le risorse energetiche i nodi sono venuti al pettine.
Bisogna trovare un'alternativa a tale modello di mediazione dissipativa.
Da dove ricominciare? Di questo si tratta: definire un nuovo cominciamento.
Un nuovo riferimento ideale su cui selezionare i gruppi dirigenti.
Proviamo a dire cosa dovrebbe distinguere tale alternativa.