Agrigento tra le Alpi e le Piramidi

eventi culturali vari

 

MEDEX, LE OPERE DEL MUSEO ITINERANTE ESPOSTE NELLA CHIESA DEL PURGATORIO di Tano Siracusa

Continua l’intervento di Medex ad Agrigento. Sabato sera il loro museo itinerante ha esposto le opere nella chiesa del Purgatorio con la collaborazione di numerosi studenti del liceo. E’ stato creato un percorso, delle forme di interazione con i visitatori.
Del gruppo iniziale di Medex sono rimasti Sara e Daniele, che spiega nel video l’impostazione di una serata molto legata al loro intervento con i liceali, sottolineando l’atteggiamento collaborativo della preside Sermenghi e di alcuni professori e quello infastidito di altri docenti.

 

MEDEX AD AGRIGENTO, SECONDA SETTIMANA di Tano Siracusa

Sabato sera al Funduk eravamo una trentina di persone. Fuori la pioggia scrosciava  e dentro si raccoglievano storie raccontate ad un microfono, nascosti in una specie di cabina, si scrivevano testi con una vecchia macchina da scrivere, sull’inverosimile palcoscenico scavato nel tufo si recitavano poesie, in un angolo si dipingeva, si fotografava in un piccolo set, si mangiava e beveva, e si aspettavano gli altri che non sono venuti. Per la pioggia, certo. Ma non solo. 

 

MEDEX, INSCENANDO L'ESILIO AL FUNDUK E IN ALTRI LUOGHI di Tano Siracusa

Cosa succede se un manipolo di di trentenni creativi, bohèmiennes poliglotta del XXI sec., una ventina di operatori artistici che da anni intervengono a Bruxelles e in altre città con il loro "Medex - Musée éphémère de l’exil", scelgono come loro laboratorio Agrigento? Cercheremo di raccontarlo attraverso i video, dall’interno, rinunciando alle interviste, ad uno sforzo di sintesi e ad una frontalità che sembrano scoraggiati dalla loro stessa modalità di intervento. Questo primo video monta frammenti dei primi quattro giorni di una permanenza in città che durerà un mese: dal loro arrivo la sera del 18 alla serata del 22 al Funduk, messo a loro disposizione assieme ad altri spazi privati e pubblici: nei prossimi giorni i luoghi saranno altri, anche esterni, centri di accoglienza richiedenti asilo, scuole, strade, piazze. Il tema è quello dell’esilio, della esclusione. Sabato un’altra serata al Funduk. Vedremo.

 

AKRAGAS. "CI SIAMO, RIEMERGE IL TEATRO ANTICO" di Giovanni Taglialavoro

teatro corriere.PNG

" Ci siamo": forse risolto il mistero del teatro riluttante e Agrigento tra poco potrebbe dirsi la città dei templi e del teatro. 

Almeno questa è la speranza del direttore del Parco archeologico di Agrigento Giuseppe Parello che fatica a tenere la bocca chiusa: “ Ne riparliamo il 10 ottobre quando tutta l'area sarà scavata.”

Non aggiunge altro, ma i suoi occhi sono umidi per l'emozione.

Infatti al suo nome e a quello dell' assessore ai Beni Culturali Carlo Vermiglio potrebbe essere legata la scoperta archeologica più attesa, più inseguita, quella del teatro che si annuncia grande e in una posizione che più bella non si può. 

La scoperta è il risultato della tenacia e lungimiranza amministrativa del direttore del Parco archeologico Giuseppe Parello, delle archeologhe che vi lavorano e dei giovani ricercatori del Politecnico dell’Università di Bari.

Il luogo della scoperta fa pensare alla 'Lettera rubata' di Edgar Allan Poe: se vuoi che nessuno trovi la tua lettera segreta, tienila in bella vista sul tavolo.

Col senno del poi si potrebbe dire che il sospirato teatro in effetti era in bella vista dagli uffici della soprintendenza, a pochi metri da essi, ma non verso il nord, come si ostinavano a cercarlo, ma verso sud.

L'annuncio ancora non c'è, le bocche sono cucite, ma molti indizi confermano che dopo almeno quattro secoli e mezzo di ricerche, finalmente, potrebbe riemergere, dal bosco di mandorli e ulivi della 'Civita', l'antica cavea teatrale.

 

I COLORI DEL RITORNO: BREVI RIFLESSIONI SULLA PITTURA DI AMELIA RUSSELLO di Emanuele Enrico Mariani

12.jpg

Nella propria manifestazione artistica Amelia Russello ci dona traccia del chiaro-scuro geografico e intimo del suo migrare, del suo allontanarsi dalla terra che le appartiene. Ciò avviene come all’interno di un sogno-desiderio che narra della sua appartenenza generazionale e soprattutto del cuore al Sud, alle sue luci ed ai suoi paesaggi.

L’elemento autobiografico, come in un diario, spicca nella sua componente principale, poiché questo, come precisa Duccio Demetrio, «non è soltanto un tornare a vivere» nella resa letteraria, o nel caso specifico pittorica, che se ne compie ma, nel far confluire ciò che è stato nella disamina presente, come in una vita nuova, raccontarsi «è un tornare a crescere per se stessi e gli altri».

Nella più recente produzione di Amelia Russello non prevale il tratto oscuro e statico della produzione classicheggiante, la sola che la Germania, dove da giovane è costretta ad emigrare con la famiglia, è in grado di suggerirle con i suoi toni atmosferici, umorali e culturali. Il sole della Sicilia nel ritorno agognato e poi realizzato, diventa così “giallo prepotente” che sconfina  nell’arancione. Caratteristica che parla della condizione emotiva, ma anche esistenziale, determinata dalla mancanza e dal desiderio. La terra delle origini viene adesso denotata mediante un di più di forza “caricata” e calibrata sulle tinte decise che, grazie alla presenza di ombre fitte e dense, ne scandiscono costantemente l’ambivalenza del significato reale e ancestrale.

 

RSS Feed

Image CAPTCHA
Enter the characters shown in the image.