Agrigento tra le Alpi e le Piramidi

centro storico

 

UN VIAGGIO: SANTA CROCE di Tano Siracusa

I pieni, i volumi delle case sbrecciate, diroccate dal semplice trascorrere del tempo e dell’abbandono, e accanto i vuoti dei crolli. La luce e le ombre, le pietre e la vegetazione spontanea. Qualche gatto, il silenzio delle cose. A poche centinaia di metri dal Municipio della città, Santa Croce si offre così al viaggiatore, cioè a chiunque la visiti.

 

CENTRO STORICO DI AGRIGENTO, RINASCITA E RUDERI di Tano Siracusa

Qualche anno fa Rudere, un gruppo di architetti e artisti, ha realizzato due interventi di rivisitazione su due edifici nel nostro centro storico. Una abitazione privata e un cinema, entrambi chiusi e abbandonati da anni.

 

DALLA VIA DELLE ARTI A UNA PROPOSTA PER IL CENTRO STORICO DI AGRIGENTO di Emanuele Enrico Mariani

Via delle arti
Quella che sta ormai trascorrendo è un’estate per molti versi diversa dalle altre. Al pullulare di iniziative di diverso carattere si aggiunge sempre più l’esigenza di tirare le fila della ormai annosa questione del recupero del centro storico di Agrigento.
In tal senso la nascita della nuova associazione Onlus Culturart ha dato lo spunto fattivo per una prima riflessione. Già strategicamente la Via Neve, all’altezza di Piazza Caratozzolo, offre la sensazione di un volere entrare, attraverso le più svariate capacità individuali e di gruppo, nel troppo spesso dimenticato centro storico della città.
Così Culturart quest’anno ha dato vita, e sta continuando a farlo, ad una serie di iniziative che mirano, attraverso l’impegno e l’intrattenimento vario, a favorire un addentrarsi nei luoghi ormai dimenticati. Tre settimane or sono l’associazione di Via neve ha messo in scena una serata dal titolo “I colori incontrano la musica: policromie e polifonie” nella quale al risuonare delle note musicali di artisti locali si è aggiunta una ampia esposizione di pittura. Le scale di questa parte di Via Neve sono state colorate riprendendo i temi festosi e vivaci di una città che dà il proprio benvenuto ai turisti. La composizione stratificata, nella parte alta della scala, di un fico d’India ricorda a chiare lettere una delle principali caratteristiche del nostro sud.
La mirabile partecipazione della gente del luogo e non si è arrestata anche in occasione della prima del Cineforum “La commedia all’italiana” accompagnato da uno spuntino di prodotti locali e panini facilmente accessibile con una semplice offerta libera.
 

CENTRO STORICO, UN BENE UTILE DI PROPRIETA' COLLETTIVA di Paolo Minacori

Porta di Ponte ad Agrigento
La cultura locale non individua più nel centro storico semplicemente un perimetro urbano più o meno abitato, ma una dimensione di valori e pratiche sociali riconosciuti e partecipati da una collettività.
Tale dimensione non si esaurisce nella tradizione culturale, nella riproduzione artificiale di qualcosa di folkloristico, ma si caratterizza come una mediazione necessaria sul piano comunicativo e simbolico tra l’apparato culturale e la domanda individuale di riconoscere, apprendere, socializzare i messaggi, i codici e i circuiti di una condivisa attualità del centro storico stesso.
D’altra parte il centro storico ha smesso di essere una galleria di memorie, un luogo in cui avveniva la convivenza degli abitanti, è diventato “aggregato urbano”, con un centro sempre più piccolo e sempre meno storico, senza urbs e senza civitas.
Cacciati gli abitanti – comunque cacciati – il centro storico ha subito negli ultimi cinquant’anni diverse trasformazioni: è diventato centro direzionale, poi commerciale, oggi spettacolare-ricreativo e, non di rado, contenitore di disperati.
Eppure senza memoria si impazzisce, non si riesce ad organizzare presente e futuro, tutto diventa povero e schizofrenico. Perdere il centro storico è perdere l’identità, la riconoscibilità, la solidità di tutta l’intera città, è rarefarsi nelle periferie. Non solo urbane.
L’identità non è qualcosa di dato, si determina in relazione ad altro, nel differire da sé. È a partire da questa dinamica differenziale che bisogna pensare che non ha senso far rivivere un centro storico attraverso i canoni del suo passato, né è possibile attuare “sventramenti” risanatori. Il centro storico va recuperato abitandolo e vivendolo, con il ricorso a tecnologie avanzate, ma invisibili, salvaguardando la sua connotazione originale di pedonalità, di rete viaria, di materiali consoni agli originali, di arti e mestieri.
 

AGRIGENTO E I SUOI SIMBOLI. COSA SE NON LA CATTEDRALE? di Davide Natale

Duomo_Agrigento
Ieri pomeriggio, ricordo l’ora ma non il motivo, mi sono ritrovato a passeggiare per le strade della città vecchia. Da casa, su per collina, verso la Cattedrale. Il sole, ancora alto, pressava sulla pelle scoperta come una vigorosa stretta di mano, un saluto troppo vigoroso per esser sino in fondo gradito. Ho scelto, così, di fermarmi per riposare e riprender fiato, decidendo la sosta sulla scalinata della Cattedrale. Pochi i gradini liberi prima del limite invalicabile, del muro di legno eretto dagli umani ad impedire prima ancora che proteggere. Alle spalle, silenzioso, Iddio.
“Non me ne voglia”, pensavo, “non me ne voglia proprio adesso, che la calura estiva e la solitudine domenicale farebbero di me un candido agnello sacrificale”.

Sempre perché i ricordi affiorano al presente per dimostrarti che sei stato altro, mi sono tornate a mente le parole di mio nonno, il quale non perdeva occasione per dirmi: “Non voltare mai le spalle ai santi e alle donne, ma mostra sempre loro gli occhi”. Ed io già capivo la differenza che passa tra il mostrare loro gli occhi e guardare dentro gli occhi.
Ed il tutto era segno e simbolo di rispetto e non paura, di umile accettazione della propria condizione di uomo e maschio, ovvero di rispetto dovuto a chi rappresenta, come i santi, gli uomini in Cielo, e chi, come le donne, Iddio sulla terra.
E fu così che, con un maldestro movimento prima, e con dubbia elegante posa subito dopo, stavo con gli occhi verso la Cattedrale e le spalle alla piazza.
Durò poco, quel tanto che basta per capire che quei ricordi portavano un messaggio straordinariamente chiaro, che il ricordo passato svelava al presente.

 

RSS Feed

Image CAPTCHA
Enter the characters shown in the image.