Agrigento tra le Alpi e le Piramidi

i vostri video

 

CENTRO STORICO DI AGRIGENTO, RINASCITA E RUDERI di Tano Siracusa

Qualche anno fa Rudere, un gruppo di architetti e artisti, ha realizzato due interventi di rivisitazione su due edifici nel nostro centro storico. Una abitazione privata e un cinema, entrambi chiusi e abbandonati da anni.

 

LINOSA, L'ISOLA DEI GATTI di Tano Siracusa

La buona notizia è che sull’isola tre donne sono incinte. Non succedeva da anni. All’anagrafe di Linosa risultano residenti più di 400 persone, in realtà di inverno sull’isola ne abitano meno di 300.
Pochi bambini, molti anziani, ma per loro Linosa è un paradiso dice Pietro un cinquantenne, proprietario di uno dei tre bar che ad orari incerti aprono anche d’inverno.
I giovani sono partiti, sono andati a lavorare e mettere su famiglia nelle città del nord o fuori dall’Italia. Operai, diplomati, laureati. I nonni sull’isola, i figli e i nipoti sulla terraferma, lontano.
Giovani infatti se ne vedono davvero pochi.
Uno dei trentenni rimasto sull’isola, Enzo, fa il pescatore. Ieri ha preso una cernia di 13 chili e molto altro pesce pregiato, ma le due notti precedenti non aveva pescato niente.
D’altra parte, dice il proprietario del bar, questa non è mai stata un’isola di pescatori, ma di contadini.

 

UNA PICCOLA STORIA VERA di Tano Siracusa

L’universo tende spontaneamente verso il disordine, ed è il tempo che con la sua mano invisibile fa sparire tutte le cose dai luoghi destinati dalla necessaria e vana ostinazione degli uomini. Cercare di contrastare l’inerzia di questo processo infatti è in parte una necessità, in parte una follia.

La memoria diventa con il passare del tempo una maglia troppo larga per la moltitudine di imprese e inezie vissute, di misfatti e prodezze fatte e viste, udite lette immaginate fantasticate ad occhi aperti e sognate, pulviscolo di eventi nel raggio di luce della memoria, pallido bagliore nel buio del passato.

Tutto si perde, si smarrisce, quella sensazione di felicità, quella fitta al cuore, i dolori, gli amori, il passaporto, le luce delle stelle e la forma delle nuvole, il cellulare, un amico, un cane che era come un fratello.

E così succede che alle 13 del giorno successivo scadono i termini di un importante bando per un progetto cui Daniele lavora da tempo, una di quelle cose da cui dipende non la sopravvivenza ma il sogno, la possibilità di sognare, di proiettarsi nel futuro come un gabbiano nell’aria e finalmente volare; una grande idea, un progetto, un progetto importante che può cambiare la tua vita, e non solo la tua.

 

NELL'ATELIER DI MARILINA MARCHICA di Tano Siracusa

Le parole hanno da sempre commentato le immagini, che tuttavia da sempre si sottraggono alle parole. Da circa cento anni, da quando qualcuno espose un orinatoio e venne preso sul serio, innumerevoli parole di teorici, filosofi, critici, hanno sostenuto le fortune di artisti senza talento, di pittori che non sapevano dipingere nè tanto meno disegnare, di autori  di 'trovate', di 'provocazioni', come se nel secolo delle due guerre mondiali, dei totalitarismi, della 'morte di Dio' in  Occidente, un artista potesse ancora provocare, magari sbudellando un animale in una galleria d'arte o esponendo le sue feci (poco importa se dell'animale o sue).

 

UN LABORATORIO MUSICALE PER I RIFUGIATI di Tano Siracusa

Venerdì scorso ha avuto inizio il laboratorio musicale di Sandro Sciarratta presso il centro Vita Nuova 3000, che accoglie decine di minori in fuga dal continente africano e dal Bangladesh.
L'idea è maturata durante l'intervento ad Agrigento di Medex, il Museo effimero dell'esilio di Bruxelles, fra gennaio e febbraio. I minori ospiti del centro avevano manifestato molto interesse per la musica, soprattutto per le percussioni e i ritmi. Durante le pause del laboratorio di Medex, conclusosi con una mostra e una intensa serata nel magnifico spazio di una chiesa barocca, alcuni ragazzi africani del centro utilizzando tubi di plastica, secchi, aste, materiali sparsi in un piccolo cantiere edile, avevano improvvisato assieme a Daniele Manno una specie di concerto: percussioni, voci e tromba, quella di Daniele. Era finita con una danza allargata, su quei ritmi che si ascoltano un po' ovunque nel Mediterraneo e che hanno risalito nei secoli il continente africano e hanno poi viaggiato nelle navi degli schiavi alla volta delle Americhe.

 
This div will be replaced

RSS Feed

Image CAPTCHA
Enter the characters shown in the image.